Il Parlamento europeo è dilaniato sulla nomina dei commissari

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Il commissario europeo per il vicinato e l’allargamento Oliver Varhelyi e l’alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell tengono una conferenza stampa con il primo ministro ucraino dopo una riunione del consiglio di associazione UE-Ucraina presso la sede dell’UE a Bruxelles, a marzo 20, 2024. JOHN THYS / AFP

Mentre continua la guerra in Ucraina ai confini dell’Unione, gli americani hanno eletto Donald Trump e l’economia europea va a gonfie vele, le istituzioni comunitarie operano a rilento da sei mesi. Dopo le elezioni europee del 9 giugno, la Commissione avrebbe dovuto essere operativa il 1° giugnoÈ Dicembre. Ma le nomine dei commissari creano divisioni all’interno del Parlamento europeo, l’estrema destra è in agguato, anche la campagna elettorale tedesca entra nel dibattito ed è possibile che ora si debba aspettare ancora un po’.

Un primo passo è stato compiuto a luglio, quando gli eurodeputati hanno confermato la riconferma di Ursula von der Leyen a presidente dell’esecutivo comunitario. Questa designazione ha permesso di convalidare la maggioranza parlamentare su cui i tedeschi possono in teoria fare affidamento. Si tratta dei cristiano-democratici del Partito popolare europeo (PPE), primo gruppo politico al Parlamento europeo, dei socialdemocratici (S&D), arrivati ​​al secondo posto dopo le elezioni di giugno, e dei liberali di Renew, al quinto posto. . rango.

D’ora in poi questi alleati politici dovranno investire su ciascuno dei commissari che circonderanno Ursula von der Leyen, prima di votare sull’intero collegio. La settimana scorsa il Parlamento europeo ne ha confermati 19. Ma per i restanti sette, i tre gruppi della “maggioranza von der Leyen” non riescono a mettersi d’accordo e i loro presidenti – Manfred Weber (PPE), Iratxe Garcia Perez (S&D) e Valérie Hayer (Renew) – non hanno potuto solo constatare la blocco, durante un incontro con il presidente della Commissione, mercoledì 13 novembre.

“Preso in ostaggio”

Se nei prossimi giorni i protagonisti di questa crisi non troveranno un accordo, il voto di Strasburgo sull’intero collegio non potrà svolgersi il 27 novembre, come previsto, e l’entrata in carica della Commissione sarà differito. “C’è ancora tempo. Questa è la nostra responsabilità e la prendiamo molto sul serio. Soprattutto quando vediamo cosa sta succedendo nel mondo”, vuole credere a Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo.

Dei sette commissari in attesa di investitura, tra cui sei vicepresidenti esecutivi, tre pongono problemi: l’ungherese Oliver Varhelyi, nominato per la Salute e il benessere degli animali, la spagnola Teresa Ribera (per la transizione ecologica e la concorrenza) e l’italiano Raffaele Fitto (per la coesione ). Ma il destino degli altri, compreso quello del francese Stéphane Séjourné (strategia industriale), non sarà risolto finché il loro non sarà stato oggetto di un compromesso.

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