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Sabato un’ondata di fedeli si è riversata sul Monte Arafat, dove più di un milione e mezzo di musulmani in pellegrinaggio nell’Arabia Saudita occidentale trascorreranno la giornata recitando il Corano e pregando, soprattutto per i palestinesi di Gaza, sotto un caldo estremo.
Vestiti tutti di bianco, alcuni pellegrini arrivavano all’alba per salire sulla collina alta 70 metri, vicino alla Mecca, dove si dice che il profeta Maometto abbia pronunciato il suo ultimo sermone, mentre la pianura circostante si riempiva di fedeli accorsi per celebrare uno dei principali riti dell’Hajj.
Il grande pellegrinaggio musulmano si svolge all’ombra della guerra tra Israele e il movimento islamico palestinese Hamas nella Striscia di Gaza.
Il ministro dell’Hajj Tawfiq al-Rabiah ha avvertito la scorsa settimana che non sarebbero stati tollerati slogan politici, ma ciò non ha impedito a uno dei pellegrini di cantare il suo sostegno ai palestinesi. “Pregate per i nostri fratelli in Palestina, a Gaza (…) Possa Dio dare la vittoria ai musulmani”, ha detto.
Dopo aver trascorso la notte in tenda a Mina, i pellegrini ad Arafat affrontano il sole cocente dell’estate nel regno del Golfo, una delle regioni più calde del mondo, e le temperature dovrebbero raggiungere i 43°C, secondo le previsioni ufficiali.
Il grande pellegrinaggio musulmano è uno dei cinque pilastri dell’Islam. Ci si aspetta che tutti i musulmani lo eseguano almeno una volta nella vita se ne hanno i mezzi.
Al tramonto, i fedeli si recheranno a Muzdalifah, sempre vicino alla Mecca, dove dormiranno sotto le stelle e raccoglieranno pietre che permetteranno loro di effettuare domenica la simbolica “lapidazione del diavolo”.
Domenica celebreranno anche l’Eid al-Adha (festa del sacrificio), osservata anche dai musulmani di tutto il mondo.
Afp
