La Corte Suprema mantiene all’unanimità l’accesso alla pillola abortiva

La Corte Suprema mantiene all’unanimità l’accesso alla pillola abortiva
La Corte Suprema mantiene all’unanimità l’accesso alla pillola abortiva
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La Corte Suprema americana ha annunciato giovedì il ripristino delle condizioni di accesso al mifepristone, una pillola abortiva ampiamente utilizzata negli Stati Uniti. Hanno quindi posto fine alla sentenza di una corte d’appello che aveva ripristinato, su richiesta dei ricorrenti, nel 2023, molte delle restrizioni all’accesso al mifepristone revocate dall’American Medicines Agency (FDA) dal 2016.

“I querelanti non hanno dimostrato che un allentamento delle regole della FDA probabilmente li danneggerebbe”, ha scritto il giudice Brett Kavanaugh nella sua decisione a nome della Corte Suprema. “Per questo motivo, i tribunali federali non sono la via appropriata per affrontare le preoccupazioni dei querelanti riguardo alle azioni della FDA”, aggiunge, sottolineando che possono deferire la questione al ramo esecutivo o legislativo.

Joe Biden invita alla vigilanza

Il presidente Joe Biden, che ha fatto della tutela del diritto all’aborto il fulcro della sua campagna per le elezioni di novembre contro il suo predecessore repubblicano Donald Trump, ha preso atto della decisione ma ha sottolineato che “la lotta continua”. Ha quindi invitato a continuare a vigilare di fronte alle minacce a questo diritto.

Il Guttmacher Institute, un centro di ricerca pro-aborto, si è detto “sollevato” dalla sentenza della Corte Suprema sul mifepristone, “l’unica decisione ragionevole” possibile. “Anche dopo il fallimento di questo appello infondato, dobbiamo rimanere vigili. Il movimento anti-aborto persegue incessantemente il suo obiettivo di vietare l’aborto a livello nazionale”, ha aggiunto Destiny Lopez, co-presidente dell’istituto.

“Donald Trump e i suoi alleati stanno gettando le basi per vietare l’aborto medico a livello nazionale”, ha affermato Mini Timmaraju, direttore esecutivo di Reproductive Freedom for All, un’organizzazione per i diritti dell’aborto.

Le associazioni “Prolife” denunciano la sentenza

L’organizzazione cristiana conservatrice Alliance Defending Freedom (ADF) si è detta “delusa dal fatto che la Corte non si sia pronunciata nel merito delle azioni illegittime della FDA”, ma ha ribadito che le riduzioni delle regole decise dall’agenzia mettono in pericolo la salute delle donne.

Insomma, come spesso accade negli Stati Uniti, continuano a scontrarsi due blocchi, in particolare gli Stati conservatori che hanno preso decisioni contro l’aborto. Così, a partire dal giugno 2022 e dalla sentenza che cancella la garanzia federale del diritto all’aborto, una ventina di Stati hanno vietato l’aborto, sia esso effettuato con farmaci o interventi chirurgici, o lo hanno regolamentato severamente.

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