Lunedì il governo ha ribadito la sua opposizione ai controlli alle frontiere durante una commissione congiunta alla Camera dei Deputati. La sensibilità politica Déi Gréng ha dato il via a questo incontro, prima di un’ora di notizia alla Camera su questo tema, prevista per questo giovedì.
Il ministro degli Interni del CSV, Léon Gloden, ha sottolineato che se l’argomentazione del “rafforzamento della sicurezza interna” avanzata dalla Germania per giustificare i suoi controlli gli sembra coerente con il codice Schengen, non è così, secondo lui, la “lotta all’immigrazione clandestina”. Avrebbe informato il suo omologo tedesco. Il Lussemburgo potrebbe addirittura contattare la Commissione europea “se la Germania estendesse ulteriormente i suoi controlli”.
A differenza di quelli effettuati in Germania, i controlli sporadici in Francia non hanno in questa fase alcun impatto sul traffico e sulla vita quotidiana dei lavoratori frontalieri. A 49 persone provenienti dal territorio lussemburghese è stato rifiutato l’ingresso in Germania, ha spiegato Léon Gloden, che ha sottolineato “che non esiste alcuna base giuridica per prendersi cura di queste persone”. Il ministro degli Esteri DP Xavier Bettel ha espresso preoccupazione per il futuro dello spazio Schengen.
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