Giornalista, saggista, attivista ambientale e critica del capitalismo, Naomi Klein è stata, fin dalla pubblicazione del suo primo lavoro, Nessun logo. La tirannia dei marchi (Actes Sud, 2001) una figura essenziale della sinistra nordamericana. Nel suo saggio La strategia shock
(Actes Sud, 2008), ha analizzato la destabilizzazione del mondo da parte del capitalismo che garantisce di preservare la sua presa sul mondo sfruttando i momenti di crisi. Naomi Klein pubblica oggi Il Doppio. Viaggio nel mondo dello specchio (Actes Sud, 496 pagine, 24,80 euro), dove si interessa all'influenza del complottismo online e al futuro della sinistra.
Cosa ti ispira la vittoria di Donald Trump?
Questo è un risultato schiacciante, per il pianeta e per la pace in Medio Oriente. Ma sono sorpreso dalla sua elezione? NO. Elezioni europee e britanniche [qui se sont respectivement déroulées en juin et en juillet] ha già dimostrato che c’è sete di cambiamento. La rabbia è diffusa e i nostri concittadini votano per rimuovere dal potere coloro che governano il loro paese, indipendentemente dalla loro sensibilità politica.
Ma, tornando agli Stati Uniti, credo che il principale responsabile della vittoria di Trump sia Joe Biden. Avrebbe dovuto annunciare che avrebbe rinunciato a correre nel dicembre 2023 e non aspettare fino a luglio come ha fatto. Ritirandosi prima, Joe Biden avrebbe consentito l'organizzazione delle primarie. Con lo scadere del tempo, Kamala Harris ha vinto, ma era impossibile per lei come vicepresidente presentarsi come la candidata che incarnava il cambiamento. È stato quindi travolto dall’ondata di malcontento che ha investito le democrazie.
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La cosa peggiore è che non saranno le élite del Partito Democratico a pagare il prezzo del loro errore, ma sarà la gente comune a soffrire di più per questo risultato, coloro che il partito ha scelto di ignorare durante la campagna. La strategia adottata è risultata folle per chiunque sappia mobilitare il voto. Il Partito Democratico ha dato per scontato il sostegno del suo elettorato operaio, bianco e latinoamericano. Si è avvicinato a Liz Cheney [qui a fait campagne avec Kamala Harris] e suo padre, Dick Cheney [vice-président des Etats-Unis sous George W. Bush]. Quest’uomo incarna tutto ciò che la mia generazione odia del Partito Repubblicano, le bugie usate per giustificare la guerra in Iraq.
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