nella metropolitana di New York la “teoria dei post-it” allontana i timori legati alle elezioni presidenziali

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L’elezione di Donald Trump ha suscitato forti reazioni a New York, i cui residenti hanno scelto a stragrande maggioranza Kamala Harris. Per esorcizzare il disagio politico, gli utenti della metropolitana hanno adottato la “terapia post-it”, affiggendo messaggi scritti sui muri in cerca di conforto.

“Verrò espulso?”, “Sbarazzati di Trump”. Questi brevi messaggi si leggono nella metropolitana di New York, negli Stati Uniti, dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Sono la fonte della “terapia post-it”, un concetto che consente ai viaggiatori di trascrivere le proprie paure e portare messaggi di speranza.

Originariamente il concept nato nel 2016 prendeva una forma diversa. Il suo inventore, Matt Chavez, declamava soltanto frasi trasmesse dagli utenti in metropolitana. “Ero solo io che parlavo con le persone. Ma dopo la prima elezione di Trump, quello stesso anno, l’ho fatto evolvere”, ha spiegato all’AFP.

Questo martedì 5 novembre gli abitanti della Grande Mela hanno votato in stragrande maggioranza per Kamala Harris, con l’80,8% dei voti nella contea di Manhattan, il 71,6% degli elettori a Brooklyn, il 62% nel Queens e il 72,7% nel Bronx. A livello statale, il candidato democratico ha vinto i 28 grandi elettori grazie al 55,5% dei voti popolari. Non abbastanza, però, per accedere alla presidenza, a vantaggio di Donald Trump.

Dopo l’annuncio dei risultati, ai newyorkesi è stato chiesto di esprimere il loro risentimento su post-it, che poi appendono alle pareti della metropolitana. E l’iniziativa ha avuto un successo strepitoso, come testimoniano diversi video sui social network (vedi sopra). “Volevo aiutare le persone a esprimersi, a condividere le proprie idee e a riunirsi. Noto che le persone scrivono di più sulle loro paure e sui loro timori, ma anche sulla loro forza e sulla loro resilienza”, ha commentato Matt Chavez.

“Siamo più gentili”, “Un condannato per presidente”, questi i messaggi postati dai viaggiatori. Come Esra Yalcin, grafica di origine turca, che ha accompagnato la figlia Lia venuta ad attaccare il suo quadrato di carta in metropolitana. “Questa volta scriviamo alle persone affinché rimangano forti”, ha detto all’AFP.

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