In Bolivia l’ex presidente che vuole tornare al potere ha iniziato… uno sciopero della fame. Obiettivo? Costringi le autorità a negoziare mentre nel paese infuria una rivolta antigovernativa.
L’ex presidente boliviano Evo Morales, la cui ambizione è tornare al potere, ha annunciato venerdì che inizierà uno sciopero della fame per costringere le autorità a negoziare, mentre una rivolta antigovernativa infuria da più di due settimane nel paese.
Sempre venerdì, “gruppi armati irregolari” hanno sequestrato una caserma nel dipartimento di Cochabamba (centro), epicentro della rivolta, “prendendo in ostaggio soldati” e sequestrando “armi e munizioni”, hanno precisato le forze armate in un comunicato stampa. Una fonte della Difesa ha riferito all’AFP, in condizione di anonimato, che sarebbero trattenuti circa “venti” soldati.
In un video, diffuso dalla stampa locale e confermato da questa fonte, si vedono 16 soldati circondati da contadini che brandiscono bastoni appuntiti. “Il reggimento di Cacique Maraza è stato preso da gruppi di Tipnis, ci hanno tagliato l’acqua e l’elettricità, ci hanno preso in ostaggio”, dice un soldato nel video.
I Tipni sono conosciuti come i territori indigeni del Chapare, dove Evo Morales, ex coltivatore di coca e primo indigeno a governare la Bolivia (2006-2019), ha la sua base politica più forte.
L’ex presidente ha annunciato venerdì che inizierà uno sciopero della fame per chiedere il dialogo con il governo del presidente Luis Arce.
“Inizierò uno sciopero della fame finché il governo non creerà (…) comitati di discussione politica ed economica”, ha detto alla stampa della regione del Chapare.
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