“In Giappone, una sconfitta elettorale per… un piatto di noodle, simbolo del ritorno dell’inflazione”

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Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba a Tokyo il 28 ottobre 2024. KIM KYUNG-HOON/AFP

CSecondo la tradizione giapponese, molto diversa da quella francese, Shigeru Ishiba, primo ministro giapponese, si è scusato per la sua sconfitta. Ha riconosciuto la sfiducia e la rabbia dei suoi concittadini, ma ha escluso di dimettersi. Tuttavia, può incolpare solo se stesso.

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Appena arrivato al suo posto, il 1È In ottobre ha deciso di indire le elezioni legislative per consolidare la sua maggioranza. Purtroppo, come in Francia, è successo il contrario. Per la prima volta dal dopoguerra, salvo un breve episodio tra il 2009 e il 2012, il Partito Liberal Democratico ha perso la maggioranza in Parlamento. Una nuova era sta nascendo per l’arcipelago.

Rabbia e sfiducia trovano la loro origine in un recente scandalo finanziario, ma anche, più prosaicamente, in un contesto senza precedenti in Giappone da trent'anni: il ritorno dell'inflazione. Anche Shigeru Ishiba ha perso contro… un piatto di noodle. Due reporter dell'agenzia Reuters raccontano la preoccupazione di Taisei Hikage, che gestisce una di queste piccole bancarelle, così comuni a Tokyo, specializzata in ramen noodles.

Debolezza monetaria

Questi spaghetti di grano originari della Cina e serviti in innumerevoli modi sono molto apprezzati in Giappone. Potrebbe anche essere il piatto preferito del Primo Ministro. Da quando ha aperto il suo ristorante un anno e mezzo fa, il signor Hikage ha dovuto aumentare il prezzo tre volte. Da quando ha aperto il suo negozio, il suo “ramen special” è aumentato di quasi il 50%. Incredibile, in un paese che lamenta da tre decenni la deflazione che frena la sua economia e spinge lo Stato a indebitarsi sempre di più per sostenerla.

Dallo scoppio della lontana guerra in Ucraina nel febbraio 2022, tutto è cambiato. Con, in particolare, l’impennata dei prezzi dell’energia, l’aumento di quelli delle materie prime – come il grano – e perfino i salari. Inoltre, la valuta nazionale, lo yen, è scesa al livello più basso rispetto al dollaro degli ultimi trentaquattro anni. Risultato: l’impennata dei prezzi è rafforzata da questa debolezza monetaria quando si importano beni come farina o grano. L'inflazione in Giappone supera ormai il 2% (2,4% a settembre), più che in Francia.

Dietro questa brutta notizia per gli amanti dei noodle si nasconde un cambiamento dei tempi che non è necessariamente negativo per il Paese. Come sottolineano gli analisti di Société Générale, “L’inflazione si sta radicando nell’economia giapponese”. Ciò rende i prodotti più costosi, provoca un forte aumento dei fallimenti – e non solo tra i ristoratori – ma i salari tornano ad aumentare e gli economisti sperano in una riduzione dei risparmi e in una ripresa degli investimenti per rilanciare l’attività economica. Abbastanza per contribuire a rendere il conto del ramen meno amaro.

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