Dovremmo leggere i due fumetti sull’“affare Grégory”?

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Dovremmo leggere i fumetti sull’“affare Grégory”?

Jean-Marie Villemin, il padre del bambino trovato morto quarant’anni fa, ha collaborato a uno dei due lavori appena pubblicati sul caso. La nostra opinione.

Pubblicato oggi alle 19:25

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In breve:
  • Due fumetti complementari raccontano il caso Grégory.
  • “Il Corvo” è un’indagine densa e approfondita.
  • Il padre del bambino ha collaborato con gli autori di “Grégory”.
  • “Grégory” torna al processo d’assise contro Jean-Marie Villemin, nel 1993.

Il 16 ottobre 1984, Grégory Villemin, 4 anni, fu trovato morto, legato, in un fiume dei Vosgi. Per quarant’anni hanno echeggiato innumerevoli trasmissioni, storie di fantasia e documentari l’enigma giuridico più dibattuto in Francia. Eccolo ora raccontato in due fumetti. Hanno in comune la sobrietà della linea. E, invece di competere tra loro, si completano a vicenda.

Leggi prima: “Il Corvo”

Nel 1984, Christine e Jean-Marie Villemin, una coppia giovane, modesta ma in ascesa, erano stati molestati per diversi anni da lettere e telefonate anonime. Lo stesso giorno della scomparsa del bambino, è stata inviata una lettera a Jean-Marie, 26 anni. Il suo autore spera che muoia di dolore, parla di vendetta. Chi era? Chi ha preso il bambino? L’identità del “corvo”, mai chiarita, costituisce il filo conduttore di questa indagine.

La sceneggiatrice Béatrice Merdrignac, appassionata di fatti di cronaca, e il suo coautore, Tristan Houllemare, si sono immersi per nove mesi nella documentazione esistente, senza contattare nessuno vicino al dossier. Questo “per non entrare nel pathos”, sottolinea. Quello che volevamo era raccontare questa storia nel modo più obiettivo possibile”. Il risultato: un’indagine affascinante, perfino vertiginosa poiché le ramificazioni del caso sono profonde. Il caso è talmente fitto che gli alberi genealogici e le numerose fonti debitamente citate non sono troppi. Un parere sull’assassino? La sua intima convinzione “non è l’argomento del libro”, sottolinea.

“Grégory”, il look di Jean-Marie Villemin

Veder arrivare i 40e anniversario della morte di suo figlio, è stato Jean-Marie Villemin a prendere l’iniziativa di questo fumetto. Che è in gran parte dedicato al suo processo davanti alle assise del 1993. Pochi mesi dopo la morte di Grégory, ricordiamo che aveva ucciso suo cugino con un colpo di pistola. Bernard Laroche è stato inizialmente accusato, in particolare dalle dichiarazioni della giovane cognata Muriel Bolle, prima di essere rilasciato. “Sono crollato, ho tolto la vita a mio cugino, rimarrò per sempre un assassino. Me ne pento tantissimo”, spiega nell’introduzione al libro Jean-Marie Villemin, che non parla ai media.

In tutta l’opera, è la sua voce a risuonare, attraverso le sue dichiarazioni durante un processo attraverso il quale “il Tribunale di Digione volle rifare l’intera indagine”, scrivendo all’epoca “ The New Observer. Chiamate anonime echeggiano nella stanza, risentimenti familiari vengono alla luce: la madre di Jean-Marie, Monique, attacca silenziosamente Christine, e difende il figlio Michel, sospettato dal fratello di essere il corvo e da sempre geloso di lui. Il giudice Lambert, che ha incriminato la madre del bambino nel 1985, ha vacillato sul banco dei testimoni e si è suicidato nel 2017.

Soprannominato “il piccolo giudice”, il giudice Lambert, che aveva incriminato Christine Villemin, testimoniò alla sbarra nel 1993 durante il processo contro Jean-Marie Villemin.

La storia è il risultato di una stretta collaborazione con lo sceneggiatore Pat Perna, di ore di discussione e della mole di documenti – “5.000 articoli di stampa elencati e scannerizzati, con una nota di 250 pagine” – affidatigli da Jean-Marie Villemin. Lontano dal distanziamento voluto dal team “Corbeau”, Pat Perna sottolinea come, dopo aver “tremendamente esitato” a lavorare sul caso, sia ora vicino ai coniugi Villemin. “Sono persone incredibili, che meritano la nostra ammirazione”. La sua stessa convinzione? “Lo trovi nel libro, quando ascolti le testimonianze degli altri.”

Omaggio a Gregorio

L’immagine del bambino sorridente, con il viso coronato di riccioli, è così radicata nella mente collettiva che inizialmente è difficile stabilire un collegamento con il bambino che ci fissa, con la faccia seria, sulla copertina di “Gregory”. Tuttavia, è davvero lo stesso ragazzo. L’opera di Pat Perna e del designer Christophe Gaultier si apre con una scena di quieta felicità: una casa da cui fuoriesce la musica di “Billie Jean”. Grégory, apprendiamo, era un fan di Michael Jackson.

È questo il grande merito del fumetto che porta il suo nome: permettere al lettore di conoscere, al di là di una foto di grande diffusione, un ragazzino che chiamava il padre “Teddy” e amava il “Commissario Gadget”. “Per me era fondamentale dimostrare che quella dei Villemin e del loro bambino era, soprattutto, una bellissima storia d’amore. Il loro feedback sulle pagine è stato prezioso per me, ma puoi immaginare le lacrime quando leggono le pagine. Mi ha spezzato il cuore”.

E adesso?

La primavera scorsa i tribunali hanno ordinato “ulteriori verifiche tecniche e perizie scientifiche”. Per “Il Corvo”, Béatrice Merdrignac confida che una grande scatola bianca, in caso di nuovo colpo di scena, era stata lasciata vuota. Quanto a Pat Perna, ora si dedicherà al seguito: la vicenda vista da Christine Villemin.

“Il Corvo” ritorna esaustivamente sulla vicenda, rimasta ancora oggi irrisolta.
Grégory come sua madre, Christine Villemin, lo vide per l'ultima volta.

«Gregorio», sceneggiatura di Pat Perna, disegni di Christophe Gaultier. Con Jean-Marie Villemin. Edizioni Les Arènes, 144 p.

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