Intesa per la creazione dello Stato d’Israele, dopo lo scambio d’armi tra Benjamin Netanyahu ed Emmanuel Macron
- 1920-1948: mandato britannico sulla regione
Dopo la sconfitta dell’Impero Ottomano, la Società delle Nazioni (antenata delle Nazioni Unite, ONU) affidò al Regno Unito un mandato sulla Palestina nel 1920. Londra diventa “amministratore” del territorio con l’obiettivo di “porre il Paese in condizioni politiche, amministrative ed economiche che consentano la creazione di un focolare nazionale ebraico e lo sviluppo di istituzioni di autogoverno”.
- 29 novembre 1947: il piano di spartizione delle Nazioni Unite
La risoluzione 181 approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 29 novembre 1947 prevede la separazione della Palestina in tre: uno stato ebraico, uno stato arabo e un’area sotto controllo internazionale che comprende Gerusalemme e i suoi dintorni. “vicino alla periferia”. È accettata dalla grande maggioranza dei leader dell’Yishuv – i rappresentanti della comunità ebraica della Palestina – ma respinta da quasi tutti i rappresentanti degli arabi di Palestina così come dai vicini stati arabi.
- 14 maggio 1948: dichiarazione di indipendenza dello Stato di Israele e guerra arabo-israeliana
Senza attendere l’ipotetica attuazione della spartizione della Palestina, pianificata dagli inglesi per il 1È Nell’ottobre 1948, David Ben-Gurion, futuro primo ministro dello Stato ebraico, dichiarò l’indipendenza di Israele l’ultimo giorno del mandato britannico, il 14 maggio 1948 a Tel Aviv.
Il giorno dopo questa dichiarazione di indipendenza, dopo mesi di tensione e violenza tra comunità, gli eserciti di diversi paesi arabi confinanti invasero il territorio dell’ex Palestina mandataria.
L’esodo e le espulsioni degli arabi palestinesi, iniziati con la violenza alla fine del 1947, si intensificarono con l’entrata in guerra degli eserciti arabi (principalmente egiziano, giordano, siriano, libanese e iracheno) dal nord, dall’est e dal sud.
Questi attacchi furono respinti e portarono alla conquista da parte dello Stato ebraico di un vasto territorio, molto più vasto di quello proposto nella spartizione delle Nazioni Unite. Per gli arabi palestinesi è la “Naqba” (“la catastrofe”, in francese), che segna l’esilio forzato di 600.000-800.000 di loro.