(Agenzia Ecofin) – A dicembre, la Banca africana di sviluppo (AfDB) aveva chiesto che l’Africa fosse esclusa dall’applicazione del meccanismo europeo di aggiustamento delle frontiere del carbonio (CBAM) per i suoi rischi sulla monetizzazione delle esportazioni ad alto valore aggiunto come gli idrocarburi.
L’Organizzazione africana dei produttori di petrolio (APPO) ha espresso la sua forte opposizione al meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio (CBAM) proposto dall’Unione europea (UE) e chiede l’attuazione di una moratoria a vantaggio dei paesi africani.
Intervenendo sull’argomento nell’ambito dell’edizione 2024 dell’African Oil Week (AOW), che si chiuderà giovedì 10 ottobre, il dottor Omar Farouk Ibrahim (foto), il segretario generale dell’APPO ha messo in guardia contro i rischi economici di questa iniziativa per la crescita dell’Africa.
Quest’ultimo è legato alla monetizzazione delle risorse del continente, in particolare dell’energia. Tuttavia, il sistema MACF voluto dall’UE, con il pretesto della transizione energetica, avrà l’effetto di limitare le possibilità di esportazione di queste risorse.
“L’Africa non può svilupparsi senza i combustibili fossili. L’Africa merita di meglio»ha affermato, sottolineando la necessità di una politica equilibrata ed equa che tenga conto delle sfide uniche che le economie africane devono affrontare.
Quando questa disposizione, adottata un anno fa, entrerà in vigore entro il 2026, significherà un deficit annuo per l’Africa di circa 25 miliardi di dollari, secondo le stime dell’African Climate Foundation (ACF) e del Firoz Lalji Institute.
Per affrontare la carbon tax dell’Ue, al di là della moratoria voluta dal segretario generale dell’APPO, alcuni analisti ritengono che l’Africa possa considerare di fare maggiore affidamento sui sistemi di tariffazione del carbonio per allineare la propria industria agli standard internazionali.
Suggeriscono inoltre, sebbene questo punto di vista non sia condiviso, che maggiori investimenti nelle energie rinnovabili possono ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e ridurre l’impronta di carbonio delle esportazioni africane.
Abdel-Latif Boureima
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