A Gaza Hamas è oggetto di critiche sempre meno velate

A Gaza Hamas è oggetto di critiche sempre meno velate
A Gaza Hamas è oggetto di critiche sempre meno velate
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Dopo un attacco israeliano contro una moschea a Deir Al-Balah, nella Striscia di Gaza, il 6 ottobre 2024.

Dopo un attacco israeliano contro una moschea a Deir Al-Balah, nella Striscia di Gaza, il 6 ottobre 2024. MAJDI FATHI / NURPHOTO VIA AFP

Negli ultimi giorni di settembre l’esercito israeliano ha bombardato un ufficio di Hamas e una moschea in un campo profughi nel centro di Gaza. Questo sciopero, uno tra migliaia, non ha attirato l’attenzione degli abitanti dell’enclave. Gli edifici erano vuoti, solo due passanti sono rimasti uccisi. Poi, una volta passata l’onda d’urto, i vicini hanno detto discretamente tra loro che si sentivano molto meglio senza le premesse di Hamas.

“Per un anno ho temuto il giorno in cui una bomba sarebbe caduta su di noi a causa loro. Il nostro soggiorno è rimasto senza parole. Un grosso pezzo di detriti ha sfiorato la testa di mia figlia e quasi l’ha uccisa, ma ora posso respirare meglio”.dice Khalil, un vicino raggiunto telefonicamente, con voce molto animata. Questo padre desidera rimanere anonimo, per paura di ritorsioni da parte del movimento islamista.

All’inizio della guerra, Khalil lasciò la sua casa, temendo i bombardamenti. Di salute fragile, vagò per mesi tra i vari rifugi, pensò di perdere la ragione, poi preferì correre il rischio di tornare a casa. “ Si diceva che gli israeliani risparmiassero i locali perché dentro c’era un informatore. Proprio il giorno prima Hamas aveva distribuito carne lì, Parassita Khalil. Siamo rimasti scioccati, perché la maggior parte delle persone non può più permetterseli. Hamas preferisce nutrirsi da solo, piuttosto che darlo ai più poveri, che lottano per sopravvivere con razioni umanitarie. »

“Il mio nemico”

Dopo un anno di guerra, queste critiche che Khalil esprime in forma anonima sono comuni a Gaza. Circolano ampiamente sui social network, dove Hamas viene designato con circonlocuzioni che non ingannano nessuno. : “Il mio nemico” O “colpa mia”. In mezzo alla strada, nei mercati, alcuni arrivano addirittura a dare la colpa a gran voce ai leader politici del movimento. “Pensavo che ci avrebbero rilasciati il ​​7 ottobre 2023, ero felice! »ricorda Obaida Shamali, un giovane di 18 anni, contattato anche lui telefonicamente, perché Israele vietava alla stampa straniera di recarsi a Gaza.

Da allora Obaida ha perso i suoi due amici più cari. Sfollato nel centro di Gaza, cerca di provvedere ai bisogni di sua madre e di tre fratellini e sorelline. “I nostri sogni sono svaniti, ha detto. Ci siamo resi conto che Hamas non pensava a proteggere i civili quando ha preparato l’operazione, e ora stiamo vivendo una nuova Nakba a causa loro”.la “catastrofe” che accompagnò la nascita di Israele nel 1948 e causò l’esodo forzato di circa 700.000 persone.

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