La nuova legge anti-LGBT+ prevede fino a 15 anni di carcere

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28 aprile 2024 – 05:30

(Keystone-ATS) Sabato il Parlamento iracheno ha adottato una legge che criminalizza le relazioni omosessuali e le transizioni di genere, che prevede pene fino a 15 anni di reclusione. Una prima versione prevedeva inizialmente la pena di morte.

In reazione, l’ONG Amnesty International ha criticato all’AFP una “violazione dei diritti umani fondamentali”, ritenendo che gli emendamenti adottati sabato “mettono in pericolo gli iracheni già vessati quotidianamente”, in un paese conservatore dove le minoranze sessuali vivono nascoste.

Questi emendamenti modificano una legge anti-prostituzione del 1988 e sono stati adottati nel corso di una sessione alla quale erano presenti 170 deputati su 329, secondo un comunicato stampa del servizio stampa del Parlamento. Le nuove disposizioni prevedono pene da dieci a 15 anni di reclusione per rapporti omosessuali, nonché per pratiche di scambio che coinvolgono le mogli, secondo il testo consultato dall’AFP.

La legge vieta inoltre “qualsiasi organizzazione che promuova l’omosessualità in Iraq”, con una pena detentiva di sette anni per “promozione” di relazioni omosessuali. Vieta «il cambiamento di sesso biologico sulla base di desideri o inclinazioni individuali» e prevede una pena da uno a tre anni di reclusione per qualsiasi persona o medico coinvolto in questa transizione.

“Rifiuto americano ed europeo”

Una punizione simile è prevista per qualsiasi uomo il cui comportamento sia ritenuto effeminato. La società irachena rifiuta l’omosessualità e la piccola comunità LGBT+ è spesso bersaglio di “rapimenti, stupri, torture e omicidi” da parte di gruppi armati che godono di “impunità”, ha osservato Human Rights Watch (HRW) in un rapporto del 2022.

“L’Iraq ha effettivamente codificato in termini legali la discriminazione e la violenza dirette per anni in totale impunità contro i membri della comunità”, ha detto all’AFP Razaw Salihy, ricercatore di Amnesty. L’Iraq ha utilizzato il codice penale del 1969 per condannare le persone LGBT+, basandosi su un articolo che prevedeva “l’ergastolo o diversi anni di reclusione” per sodomia.

Il deputato Raëd al-Maliki, promotore degli emendamenti, riconosce che il voto inizialmente previsto per metà aprile è stato rinviato per evitare di “incidere” sulla visita a Washington del primo ministro Mohamed Chia al-Soudani. “C’è un rifiuto americano ed europeo della legge”, ammette. “Ma per noi è una questione interna, rifiutiamo ogni interferenza”.

“Molto preoccupato”

“Oggi sappiamo che la società irachena rifiuta (l’omosessualità, ndr), ma c’è una deliberata promozione di culture che non riconosciamo”, ritiene. “È il futuro che ci preoccupa e la legge è una sorta di prevenzione per tutelare la società”.

Il Dipartimento di Stato americano è “profondamente preoccupato” da questa legislazione, ha reagito sabato su X il portavoce Matthew Miller, deplorando che la legge minacci le persone più vulnerabili della società irachena e “mina gli sforzi di riforma economica e politica del governo”.

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