Esercito
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Il capo dell’intelligence militare dell’IDF ha annunciato lunedì la sua partenza, accettando la sua parte di responsabilità per il fallimento della sicurezza che ha consentito il massacro di quasi 1.200 israeliani da parte di Hamas.
“Porto con me questa giornata buia. Giorno dopo giorno, notte dopo notte. Porterò questo dolore terribile per sempre”. A più di sei mesi dal sanguinoso attacco di Hamas sul territorio israeliano del 7 ottobre, che ha causato quasi 1.200 morti, in maggioranza civili, e portato al rapimento di 250 persone, il capo dell’intelligence militare dell’esercito israeliano, generale maggiore Aharon Haliva, ha presentato la sua lettera di dimissioni questo lunedì 22 aprile, spiegando: “I servizi segreti sotto il mio comando non hanno adempiuto alla missione affidataci.” Una partenza accettata dal suo staff: “È stato deciso che il generale Haliva si dimetterà e si ritirerà dall’esercito, una volta nominato il suo successore.”
È il primo funzionario israeliano a dimettersi dall’incursione di 2.000 commando di Hamas nel sud dello Stato ebraico dalla Striscia di Gaza. Questo attacco a sorpresa ha messo in luce il fallimento della galassia dell’intelligence israeliana: lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna, il Mossad, responsabile dell’intelligence straniera, e Aman, l’intelligence militare. Poche settimane dopo, Ronen Bergman, giornalista di New York Times e a Yediot Aharonot, rivelò che
