In Mali, più di 110 civili sono detenuti da presunti “jihadisti” per sei giorni

In Mali, più di 110 civili sono detenuti da presunti “jihadisti” per sei giorni
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Più di 110 civili sono stati arrestati a bordo di tre autobus martedì 16 aprile e da allora sono trattenuti dalla polizia. “jihadisti” presunti nel Mali centrale, hanno dichiarato lunedì 22 aprile all’Agence France-Presse un gruppo di associazioni di questa regione che ne chiedono la liberazione e un funzionario locale eletto. Secondo queste stesse fonti, il “jihadisti” costretto i circa 110 passeggeri a dirigersi verso una foresta tra le città di Bandiagara e Bankass, situata nel Mali centrale. Voci del rilascio di questi civili detenuti da parte dell’esercito maliano erano circolate in seguito a questo rapimento.

Il 19 aprile lo stesso gruppo di associazioni di Bandiagara ha pubblicato un comunicato stampa in cui denunciava l’accaduto “persistenza degli attacchi terroristici”IL “Numero di sfollati in aumento” nelle aree urbane, e “l’inerzia delle forze armate” nella regione, senza menzionare questo rapimento.

Crisi di sicurezza, umanitarie e politiche

Dal 2012 il Mali è tormentato dalle azioni di gruppi affiliati ad Al-Qaeda e all’organizzazione dello Stato Islamico, dalla violenza di gruppi di autodifesa e dal banditismo. La crisi della sicurezza è accompagnata da una profonda crisi umanitaria e politica. La violenza si è estesa ai vicini Burkina Faso e Niger e ha accelerato l’avvento al potere di regimi militari attraverso colpi di stato in questi tre paesi.

Mali, Burkina Faso e Niger hanno rotto la vecchia alleanza con la Francia, ex potenza dominante, per rivolgersi militarmente e politicamente verso la Russia, hanno formato a novembre l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES) e hanno annunciato il ritiro della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS). ).

L’esercito al potere dal 2020 in Mali aveva promesso di organizzare le elezioni presidenziali a febbraio per lasciare il posto al governo civile. Ma il primo ministro maliano nominato dai militari, Choguel Kokalla Maïga, ha dichiarato in aprile che la giunta organizzerà elezioni solo in vista del ritorno dei civili al potere una volta che il paese si sarà definitivamente stabilizzato.

Leggi la decrittazione | Articolo riservato ai nostri abbonati In Mali l’esercito cerca di estinguere ogni dissenso mettendo al bando i partiti politici

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Il mondo con l’AFP

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