La questione dello sfratto dei venditori ambulanti continua a sollevare voci. Ex parlamentare, questo urbanista denuncia le cattive politiche di pianificazione territoriale.
“In realtà, le occupazioni spontanee, irregolari, anarchiche hanno una causa strutturale: l’assenza di una politica razionale di gestione dello spazio”, osserva.
Secondo lui, per rispetto della dignità dei venditori ambulanti, “c’è motivo di smettere di farne il capro espiatorio del fallimento dei poteri pubblici nella politica di gestione e pianificazione delle forme di occupazione degli spazi. Senza dubbio il fenomeno persisterà finché l’azione pubblica resterà basata sulla forza, sulla repressione…”
Tuttavia, sottolinea che “Siamo oggi presi dalle conseguenze della mancata pianificazione dell’occupazione dello spazio in assenza di una rigorosa politica di sviluppo del territorio: a titolo esemplificativo, le cerimonie degli eventi familiari (battesimi, matrimoni, cerimonie funebri, cerimonie religiose ) si svolgono nelle strade, rendendo insopportabile il traffico già difficile”, si rammarica il signor Sané.
Da questo punto di vista, denuncia, “i venditori ambulanti sono soggetti a stigmatizzazione, repressione e trattamenti al limite della tolleranza dei diritti umani”, afferma.
In una nota inviataci, il politico denuncia qualsiasi uso della forza per reprimerli. “Chi pensa di usare la forza pubblica per ristabilire l’ordine pubblico dimostra uno zelo che deriva da una comprensione superficiale del fenomeno dell’occupazione anarchica dello spazio…”
Così, per arginare questa piaga che gli enti locali faticano a risolvere, lo specialista propone la sua ricetta. “È necessario un cambio di approccio: analizzare con piena lucidità e serenità il fenomeno della congestione dei luoghi pubblici in vista di fornire risposte strutturali…”
