la lunga lotta di un condannato a morte per la sua assoluzione

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Iwao Hakamata ha 88 anni, 46 dei quali trascorsi nel braccio della morte con la paura di essere impiccato ogni mattina. Questo ex pugile professionista fu condannato a morte nel 1968 con l’accusa di un quadruplo omicidio commesso nel 1966. La sua condanna fu confermata nel 1980, ma alla fine ottenne l’anno scorso, dopo una rissa durata 57 anni, la revisione del suo processo.

È ciò che si verifica dallo scorso ottobre alla corte di Shizuoka, a sud-ovest di Tokyo. I dibattiti si sono svolti in quel momento senza testimoni né investigatori. I pubblici ministeri, molto giovani, sostengono con sconcertante disinvoltura che Iwao è colpevole e deve essere giustiziato. I suoi avvocati chiedono la sua assoluzione.

Se la revisione del processo avrà luogo, è grazie all’incrollabile perseveranza della sorella di questo condannato a morte, Hideko Hakamata, 91 anni. “I pubblici ministeri confutano le nostre argomentazioni, ma riteniamo che lo facciano con dolorelei dice. Abbiamo già attraversato una, due o tre montagne. È grazie a voi se siamo qui, al vostro sostegno in questa lunga prova, grazie a tutti.”

Hideko Hakamata non si arrende, ha un ottimismo incredibile ed è sicura di scagionare il suo fratellino, che è già riuscita a far uscire di prigione perché possa vivere con lei.

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La sorella di Iwao Hakamata, Hideko, lotta da decenni per l'assoluzione del fratello. Aprile 2024 (KARYN NISHIMURA / RADIO FRANCIA)

La sorella di Iwao Hakamata, Hideko, lotta da decenni per l’assoluzione del fratello. aprile 2024 (KARYN NISHIMURA / RADIO FRANCIA)

Questa vicenda va avanti da più di mezzo secolo. Le procedure legali per ottenere una revisione del processo sono atrocemente lunghe, disumanemente lunghe. In effetti, il povero Iwao, come la maggior parte dei condannati a morte rinchiusi per anni o decenni, ha perso la testa. Non è consapevole di ciò che gli sta accadendo.

Ma ha 25 avvocati al suo fianco per strappare ai giudici la sua assoluzione e lottare contro la pena di morte. Uno di loro, Hideyo Ogawa, che lo difende da quasi quarant’anni, non si accontenterà di un’assoluzione se necessaria. Vuole di più per il suo cliente : “Questa volta ho avuto la certezza che il tribunale avrebbe pronunciato un’assoluzione. Sono anche convinto che bisogna lottare fino alla fine per far riconoscere l’illegittimità dei metodi investigativi e per portare alla luce le ragioni per cui questo caso è un errore giudiziario .”

Rimangono due udienze prima della sentenza, che si terrà durante l’estate. Ma questa non sarà sicuramente la fine del caso Hakamata, in un Giappone dove già altri quattro condannati a morte sono stati prosciolti all’ultimo minuto.

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