Due adolescenti palestinesi sono stati uccisi domenica a colpi di arma da fuoco da soldati israeliani nella Cisgiordania occupata, ha detto il Ministero della Sanità palestinese, mentre l’esercito israeliano ha affermato di aver attaccato i soldati.
Mohamed Madjid Moussa Jabarine, 19 anni, e Moussa Mahmoud Moussa Jabarine, 18 anni, “sono stati uccisi dai proiettili dell’occupante a nord di Hebron”, ha detto il ministero.
L’esercito israeliano ha confermato di aver “neutralizzato” due persone, affermando che avevano tentato di pugnalare e aprire il fuoco sui soldati, vicino al villaggio di Beit Einoun, nel sud della Cisgiordania, territorio occupato da Israele dal 1967.
“I soldati hanno risposto con munizioni vere”, si legge in un comunicato stampa.
Secondo l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, i due palestinesi sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco all’ingresso del villaggio di Beit Einoun, situato vicino alla città di Hebron.
La Cisgiordania è teatro da due anni di un’esplosione di violenza, esacerbata dall’attacco mortale compiuto il 7 ottobre dal movimento islamico palestinese Hamas in Israele, innescando l’attuale guerra nella Striscia di Gaza.
Le forze israeliane effettuano incursioni quasi quotidiane lì, affermando di voler combattere contro i gruppi armati palestinesi.
Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese, almeno 14 persone sono state uccise negli ultimi giorni durante un raid israeliano nel campo di Nour Shams vicino a Tulkarem, nel nord della Cisgiordania.
L’esercito israeliano, da parte sua, afferma di aver ucciso 10 combattenti palestinesi durante l’operazione iniziata giovedì e terminata sabato.
Secondo il Ministero della Sanità palestinese, dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre, almeno 483 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania da soldati e coloni israeliani.
Nello stesso periodo, secondo l’agenzia di intelligence interna israeliana Shin Bet, almeno 19 israeliani sono stati uccisi da palestinesi in Cisgiordania e in Israele.
Quasi 490.000 israeliani vivono in insediamenti ebraici, considerati illegali secondo il diritto internazionale, in Cisgiordania, tra tre milioni di palestinesi.
