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Laurent Saint-Martin non vuole “tagli ciechi o solo aerei”

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Ospite questa mattina a Franceinfo, il ministro incaricato del Bilancio e dei Conti pubblici ha ribadito la necessità che il governo prenda “decisioni coraggiose” per risanare i conti pubblici.

Dopodomani è prevista la presentazione al Parlamento del progetto di bilancio per il 2025. Invitato questa mattina su Franceinfo, il ministro responsabile del Bilancio e dei Conti pubblici Laurent Saint-Martin ha ribadito la necessità che il governo prenda “decisioni coraggiose” per risanare i conti pubblici, escludendo ogni “parlare di austerità”.

Quest’ultimo non vuole “tagli ciechi o solo piallature” e sottolinea in più occasioni l’importanza di entrare nei dettagli, soprattutto durante i dibattiti parlamentari. Alla fine di settembre, Laurent Saint-Martin ha dichiarato davanti alla commissione delle finanze dell’Assemblea nazionale che il deficit pubblico sarebbe stato senza dubbio maggiore del previsto quest’anno:

“La situazione delle nostre finanze pubbliche è grave. (…) Nel 2024, il deficit pubblico rischia di superare il 6% del prodotto interno lordo”, ha ricordato.

La legge finanziaria per il 2025 sarà divisa tra una riduzione della spesa di poco più di 40 miliardi di euro e un aumento delle entrate di poco meno di 20 miliardi per ridurre il deficit pubblico dal 6,1% al 5% l’anno prossimo.

“Due terzi dello sforzo” sulle spese

“Dobbiamo risanare i nostri conti pubblici affinché esista la sovranità della nazione”, ha aggiunto Laurent Saint-Martin precisando la sfida di “proteggere la popolazione in caso di crisi successiva”. Le misure volte a liberare 60 miliardi di risparmio pubblico nel 2025 si inseriscono in questa logica e circa “due terzi dello sforzo” sarebbero concentrati sulla spesa.

Sul fronte delle entrate, Laurent Saint-Martin ha ricordato la volontà del governo di chiedere “un contributo eccezionale a chi può”. In altre parole, le grandi imprese e le famiglie più ricche della Francia, in grado di “partecipare a questo sforzo di ripresa”. “Non vogliamo far pagare le classi medie o coloro che lavorano”, ha insistito. All’ordine del giorno non ci sarebbero aumenti delle imposte sul reddito, né una riduzione o la cessazione dell’indicizzazione della scala fiscale all’inflazione.

Da parte sua, François Asselin, presidente della Confederazione delle piccole e medie imprese e ospite anche questo martedì mattina su Franceinfo, ha denunciato aumenti fiscali “mascherati” per le piccole e medie imprese. Secondo lui, il governo sta rivedendo diverse esenzioni e oneri sociali che potrebbero avere un impatto significativo sulle PMI e sulle PMI, in particolare sugli aiuti per l’assunzione di apprendisti.

“Ridisegneremo la riduzione delle tasse per incoraggiare gli aumenti salariali”, ribatte Laurent Saint-Martin, sostenendo che il salario mediano francese è “troppo basso”. Secondo lui l’idea non è quella di ridurre gli aiuti all’occupazione ma di “ridefinire gli obiettivi” in consultazione con i sindacati dei datori di lavoro.

“Rimuovere” gli scudi tariffari

Per quanto riguarda le protezioni dei prezzi istituite durante la crisi sanitaria per aiutare le aziende in difficoltà, il ministro vuole “rimuoverle perché questa crisi è alle spalle”. La fine dello scudo energetico sarebbe controbilanciata anche da una riduzione complessiva delle bollette elettriche. Un andamento che dipende dalla tipologia di contratto che il contribuente ha sottoscritto.

“Possiamo risanare le finanze pubbliche rimuovendo gli scudi energetici e garantendo che le bollette energetiche diminuiscano, questo non è contraddittorio”, ha insistito Laurent Saint-Martin.

Sulla questione dell’introduzione di un giorno di attesa aggiuntivo per i dipendenti pubblici, Laurent Saint-Martin coglie nel segno e ricorda da un lato l’interesse del dibattito parlamentare previsto per dopodomani sulla nuova legge finanziaria e che del finanziamento della previdenza sociale (PLFSS).

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