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François Hollande chiede a Olivier Faure di voltare pagina

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Invitato lunedì sera dalla LCP, l’ex presidente della Repubblica ha chiesto un “confronto” nel quadro di un congresso rosa del partito auspicato all’inizio del 2025.

L’atmosfera non è buona all’interno del Partito socialista. Primo segretario dal 2018, Olivier Faure è sempre più sfidato a livello interno. Diversi esponenti lo criticano per aver legato troppo strettamente il movimento delle rose a quello degli Insoumi dopo il lancio del Nuovo Fronte Popolare (NFP) all’inizio della campagna legislativa. Come François Hollande. Divenuto nuovamente deputato grazie allo scioglimento, l’ex presidente della Repubblica è determinato a influenzare la linea. Sebbene i rapporti tra lui e Olivier Faure siano sempre stati alti e bassi, quest’ultimo ha deciso di organizzare un Congresso all’inizio del 2025. Un processo necessario per “aprire la strada a un incontro più ampio” ai socialdemocratici come l’eurodeputato (Place-Publique) Raphaël Glucksmann.

Ospite lunedì della LCP, l’ex capo dello Stato spera addirittura che il suo lontano successore venga sostituito. “Avrà davanti a sé l’espressione di un’altra linea, ci sarà un confronto con più mozioni”ha insistito François Hollande, che si è espresso a favore“una nuova figura per guidare il PS e per permettere questo incontro e questa apertura”. Dopo aver guidato il Partito socialista dal 1997 al 2008, l’eletto della Corrèze assicura falsamente distaccato: “La vita politica è fatta così, di successioni”.

“Dovevamo fare questa unione”

Quattro mesi dopo l’accordo elettorale raggiunto tra i principali partiti di sinistra, è valsa la pena di giocare nonostante le accuse di antisemitismo rivolte regolarmente alla LFI? “Dovevamo fare questa unione”risponde François Hollande, che insiste sulla “morale” elezioni legislative anticipate: “Impedire che l’estrema destra salga al potere”. “Se non ci fosse stata l’alleanza con gli ecologisti, il Partito comunista, La France Insoumise e il Partito socialista, ci sarebbero 50-60 deputati (da sinistra, ndr) tenendo conto del metodo di voto, ha sviluppato l’ex presidente. E forse l’estrema destra ne avrebbe avuti forse 250 o 260”. Un modo per mettere in guardia i suoi compagni tentati da una rottura con i melenchonisti all’avvicinarsi del 2025, anno in cui Emmanuel Macron potrà ricorrere a un nuovo scioglimento a luglio. E dove l’unità della sinistra potrebbe ancora una volta essere messa alla prova.

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