DayFR Italian

“Per Gustave Caillebotte, l’impressionismo è umanesimo”

-

FIGAROVOX/TRIBUNA – La retrospettiva dedicata al pittore impressionista in occasione dei 130 anni dalla sua morte riunisce, da martedì, 65 dipinti al museo d’Orsay. In questa occasione, lo scrittore David Brunat ci invita a scoprire le opere di Caillebotte, “tesori nazionali”.

David Brunat è consulente e scrittore. Ultimo lavoro pubblicato: Una principessa modello (Edizioni Héloïse d’Ormesson).


“Dipingere uomini” :la mostra più importante dedicata dal Museo d’Orsay a questo eminente rappresentante della saga impressionista si preannuncia come uno degli eventi culturali più importanti dell’anno nella Ville Lumière. È un umanista dei pennelli, quello che lei celebra, e un uomo dotato di una tavolozza molto varia. I tifosi si fregano le mani. Hanno assolutamente ragione!

Omaggio a un virtuoso della prospettiva, a un poeta della vita moderna, a un araldo della Belle Epoque Parigi, a un immenso pittore di edifici (soprattutto Haussmann) abbinato a un ispirato ritrattista e abilissimo paesaggista dalla mano verde!

Nato nel 1848 – come Gauguin – negli incendi rapidamente estinti del IIe Repubblica, Caillebotte morì al tramonto del secolo, nel 1894 – come Stevenson, e quasi alla stessa età, mentre stava per scoppiare l’affare Dreyfus che metteva alla prova la Terza Repubblica. Una vita relativamente breve, quindi, ma intensa, molteplice e illuminata dall’amore per l’arte, sia essa prodotta, trasmessa o aiutata (quando si tratta di sostenere gli amici pittori).

Leggi ancheUn dipinto di Caillebotte del valore di 43 milioni di euro entra al museo d’Orsay

Sappiamo che il generoso mecenate e il saggio collezionista hanno da tempo eclissato il creatore. Come può lo stesso uomo mettere insieme competenze e doti così diverse? Quindi il suo contributo creativo è stato minimizzato per molto tempo. Troppo difficile da mettere in una scatola, questo ricco erede! Ma se il suo riconoscimento come grande pittore fu tardivo, la consacrazione di questo talento potentemente originale e libero è, in definitiva, ancora più sorprendente. Dopo molte delusioni e incomprensioni, questo “pittore del più grande coraggio e che non rifugge dai soggetti moderni a grandezza naturale”come lo descrisse Zola, si è finalmente affermato tra i maggiori della scuola impressionista.

Strade, piazze, palazzi, ferrovie, ponti, interni borghesi con pavimenti in parquet piallati da robusti operai, giardini rigogliosi e orti ben ordinati, corsi d’acqua adatti alla navigazione e al nuoto tra le altre scene all’aperto che illustrano con meraviglia la definizione dell’opera d’arte di lo stesso Zola (“un angolo di natura visto attraverso un temperamento”): la variegata tavolozza di Gustave Caillebotte costruisce un’arte della felicità le cui promesse incantate sono legate a quella di Renoir, che fu suo amico ed esecutore testamentario.

Caillebotte? Un artista che conosce a fondo il suo mestiere senza mai vantarsi, senza mai mettersi in luce, senza mai cercare di rubare la ribalta a nessuno.

Davide Brunat

La sua gloria è ormai ben consolidata. Caillebotte è diventata un valore sicuro, un’icona silenziosa. Alcune delle sue opere hanno il rango e lo status di tesori nazionali. Tuttavia, non ha mai inseguito la fama. Ma a centotrenta anni dalla sua morte fa parte dell’élite dei pittori. Impressionante trionfo postumo!

Non c’è dubbio che per tutti questi motivi e altri (tra cui la bellezza dei suoi ritratti), la mostra al museo d’Orsay sarà un successo storico.

Ne discutevo l’altro giorno con i rappresentanti di una società di consulenza finanziaria, la Accuracy, molto nota negli ambienti economici. Patrono del museo, questa azienda festeggerà il suo 20° anniversarioe anniversario nella vecchia stazione d’Orsay in occasione della mostra Caillebotte. Allora, ho chiesto loro, cosa vi “parla” in particolare nell’arte di questo artista altrimenti molto simpatico (anche il suo buffo cognome è appropriato!)? La sua modernità? La sua originalità? La sua generosità?

Tutto questo sì, certo, me lo hanno spiegato. Il suo talento, ma anche la sua umanità. Il suo senso visionario, ma anche la sua umiltà. La sua serena energia creativa. La sua attenzione ai dettagli della vita quotidiana, il suo gusto per la precisione, il suo spirito di osservazione, la sua acutezza visiva e manuale, il suo amore per i gesti sicuri…

Leggi ancheDa Jusepe de Ribera all’arte povera, dal Benin alla Cina, un vibrante ritorno all’arte

Tutto questo, mi sembra, ne fa un modello per gli amanti dell’arte di oggi e di domani. Una fonte di ispirazione ben oltre i circoli artistici. Si parla spesso dei “Mozart della finanza”, l’espressione è diventata logora e alquanto esasperante con tanto uso. Ma la “Caillebotte della finanza” suona fresca ed esatta e sa di serietà senza sfarzo o ostentazione.

Caillebotte? Un artista che conosce a fondo il suo mestiere senza mai vantarsi, senza mai mettersi in luce, senza mai cercare di rubare la ribalta a nessuno. Uno spirito curioso ma allo stesso tempo discreto, aperto, amichevole. Un valore per il futuro che, facendo rivivere la società del suo tempo con una sorta di virtuosismo e meticolosità venati di tenerezza, rischia di deliziare i nostri contemporanei. Uno moderno. Un artista completo. Un artigiano della bellezza delle cose e degli uomini che sapeva bene che quest’ultima, come diceva Stendhal, è una promessa di felicità.

Tutti a Orsay, i capolavori di questo umanista del cavalletto ci tendono le braccia!

Related News :