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l’ex “papa degli influencer” è stata processata questo lunedì a Nizza per bancarotta e riciclaggio di denaro

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Questo lunedì Magali Berdah dovrà comparire davanti al tribunale penale di Nizza per bancarotta e riciclaggio di denaro quando era intermediaria assicurativa, circa dieci anni prima di diventare la “papa degli influencer”.

Magali Berdah affronta nuovamente la giustizia. L’ex agente influencer sarà giudicato questo lunedì, 30 settembre, per atti di bancarotta e riciclaggio di denaro, avvenuti quando era un intermediario assicurativo.

Questa figura del mondo dei social network, già presentata come vittima in diversi procedimenti di cybermolestie che hanno coinvolto in particolare il rapper Booba, è questa volta sul banco degli imputati, insieme a tre ex colleghi.

Secondo la procura di Nizza, il procedimento mette in discussione la sua gestione della società di intermediazione assicurativa BA&CO, tra il 30 gennaio 2014 e il 31 luglio 2015, all’indomani della liquidazione giudiziale di quest’ultima, con un passivo stimato in quasi 2,5 milioni euro.

In un’intervista al quotidiano locale Nice Matin pubblicata venerdì 27 settembre, ha assicurato di essere solo una “semplice impiegata” dell’azienda e di non aver guadagnato nulla dal fallimento. Messa in custodia un anno fa in questo caso, la madre è da allora sotto controllo giudiziario, con il divieto di gestire un’impresa e l’obbligo di denuncia.

Magali Berdah ha assicurato che resterà calma “sul piano legale” prima del processo di lunedì, ma non per la sua sicurezza. “La gente mi chiama sui social per dirmi che quel giorno saranno a Nizza, che mi aspetteranno in tribunale”.

Ancora un altro processo

È stato dopo questa prima attività che Magali Berdah ha creato nel 2017 l’agenzia Shauna Events, specializzata nel mettere in contatto personalità e marchi dei social media, che le è valso il soprannome di “la papa degli influencer”.

È stata subito presa di mira dal rapper Booba nella sua crociata contro gli “influvoleurs”. L’artista l’aveva accusata di pratiche commerciali ingannevoli, accusa alla quale lei aveva risposto sporgendo denuncia.

L’indagine avviata contro di lei è stata archiviata lo scorso marzo. Booba è stato incriminato per molestie morali online aggravate.

Inoltre, a marzo sono stati condannati anche 28 internauti, al termine di un processo che ha rivelato la virulenza delle decine di migliaia di messaggi ricevuti: “Sporca cagna”, “truffatore”, “verremo a tagliarti la gola a casa”. ‘, ‘meriti di essere decapitato e lapidato’ o addirittura ‘che tua figlia muoia’.

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