LUDOVIC MARIN/AFP
Il deputato Sacha Houlié, ex membro del gruppo Renaissance, ora non registrato. LUDOVIC MARIN/AFP
POLITICA – Una stretta di mano e l’inizio delle ostilità. A Vienna, giovedì 10 ottobre, per un viaggio sul tema della salute mentale, il primo ministro Michel Barnier ha ricevuto una fredda accoglienza da parte dell’ex macronista Sacha Houlié. Questa ex figura della sinistra di Macronie ha espresso la sua irritazione… e il suo rammarico.
Davanti alla telecamera del TF1, Sacha Houlié ha prima ringraziato Michel Barnier per aver fatto della salute mentale la grande causa nazionale, prima di troncare la cortesia: “ Vi dirò che mi dispiace perché martedì non ho votato a favore della mozione di censura. E quando stamattina ho letto Le Parisien mi sono pentito amaramente di non averlo votato, visti i commenti del ministro degli Interni ». « Rispetto la tua opinione, ma è qualcuno che ha il senso dello Stato », ha difeso Michel Barnier.
Regolarizzazione “goccia dopo goccia” degli immigrati privi di documenti
In un’intervista rilasciata a pariginoil ministro dell’Interno Bruno Retailleau – molto presente sui media sin dalla sua nomina – ha formulato nuove proposte su sicurezza e immigrazione. Tra questi, annunci che avrebbero potuto far balzare la sua sinistra, come l’inasprimento della regolarizzazione degli immigrati privi di documenti che implicherebbe in particolare la fine della circolare di Valls.
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Una persona non registrata prossima alla creazione di un gruppo nell’Assemblea
Ex attivista socialista e primo macronista, Sacha Houlié ha lasciato l’incarico il 10 luglio dopo un anno segnato dai disaccordi politici con il presidente, e in particolare dalla legge sull’immigrazione. Ora non registrato, ha assicurato alla stampa che la creazione di un gruppo socialdemocratico nell’Assemblea è molto vicina e si avvicina ai 15 membri necessari.
Irritato dallo scioglimento e poi dalla nomina di Michel Barnier, il giovane deputato ha esitato a lungo prima di decidere di non votare per la prima censura del governo. Sostenuta solo dagli eletti del Nuovo Fronte Popolare, la mozione di censura è riuscita a raccogliere solo 197 voti, contro i 289 necessari per far cadere il governo. Quello di Sacha Houlié non avrebbe quindi cambiato il corso delle cose.
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