diverse centinaia di persone hanno partecipato alla marcia silenziosa a sostegno di Gisèle Pelicot

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Un manifestante brandisce un cartello su cui è scritto “Mai più Gisèle violentata, mai più donne violentate in Francia per il 2025”, durante la manifestazione a sostegno di Gisèle Pélicot, a Mazan (Vaucluse), sabato 5 ottobre 2024. CLEMENT MAHOUDEAU/AFP

Con rose bianche in mano, centinaia di persone, tra cui molte donne vittime di violenza, hanno marciato in silenzio “scoperto”a sostegno di Gisèle Pelicot, a Mazan, sabato 5 ottobre pomeriggio.

Mazan, cittadina del Vaucluse, dove per anni Gisèle Pelicot, oggi settantenne, era stata drogata con ansiolitici e violentata dal marito e da decine di sconosciuti reclutati su Internet, fatti giudicati davanti al tribunale penale di Avignone da settembre 2.

La marcia è stata aperta da donne che sono state tutte vittime di violenza e che stanno imparando a ricostruirsi grazie all’ippoterapia, all’interno dell’associazione Isofaculté, su iniziativa di questo evento.

“Questa è la prima volta che faccio una dimostrazione. Penso che sia normale farlo per una donna e per la mia esperienza”testimonia Catherine Borel, 69 anni. “Questa prova è terribile, dura, ma questa donna ha un coraggio enorme per essere riuscita a ricostruirsi. Permetterà il progresso. Sono stato vittima di ciò che è successo trent’anni fa e non c’era niente che potessimo fare al riguardo. Non mi hanno creduto riguardo alla violenza e mi sono ritrovata con i miei due figli a volare dalla finestra.”osa dire oggi.

Con lei, Josiane Dolce, un’elegante signorina di 73 anni, dai capelli rossi come Gisèle Pelicot, confida di avere sempre “lì dentro [s]in testa » le tracce della violenza psicologica di cui è stata vittima. Entrambi provenivano da Carpentras, una città vicina. “Se ci sono donne nella stessa situazione, osate dirlo, lasciatevi sostenere”aggiungono.

>Marcia a sostegno di Gisèle Pélicot, a Mazan (Vaucluse), sabato 5 ottobre 2024.>

Marcia a sostegno di Gisèle Pélicot, a Mazan (Vaucluse), sabato 5 ottobre 2024.

Marcia a sostegno di Gisèle Pélicot, a Mazan (Vaucluse), sabato 5 ottobre 2024. CLEMENT MAHOUDEAU/AFP

Arrivati ​​alle scuderie Mazan, dopo un’ora di cammino su una stradina, i manifestanti hanno deposto i loro fiori ai piedi di un cuore di legno su cui era scritto “Amore, empatia, vivere meglio insieme”.

Video mostrati al processo

Per la prima volta, venerdì, video e foto sono stati diffusi davanti al pubblico nel processo per stupro Mazan, ad Avignone, senza però cambiare gli imputati che quasi tutti hanno sostenuto di ritenere di partecipare ad un “scenario” libertino.

Ritornando alla decisione iniziale del suo presidente, Roger Arata, il tribunale penale di Vaucluse ha infatti deciso a mezzogiorno, dopo un lungo dibattito di quasi due ore tra le parti, che le immagini trasmesse durante questo emblematico processo per violenza contro le donne e sottomissione chimica sarebbero state essere ora svolte alla presenza della stampa e del pubblico.

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La trasmissione di queste immagini, accuratamente archiviate da Dominique Pelicot, che ha ammesso di aver drogato sua moglie Gisèle dal 2011 al 2020, a sua insaputa, per violentarla e farla stuprare da decine di uomini reclutati su Internet , mira a confrontare gli imputati con le loro dichiarazioni. La maggior parte di loro afferma di aver creduto di partecipare alla fantasia di una coppia scambista o di non aver realizzato lo stato di incoscienza di Gisèle Pelicot.

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Il mondo con l’AFP

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