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un puzzle che non combacia, dove passato e presente si confondono

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La memoria, la costruzione di sé o l'abisso prima della morte sono alcuni degli spunti che circondano la strana malinconia di Oh Canadain cui Paolo Schrader si adatta Gli abbandonil'ultimo romanzo dell'amico Russell Banks, dal quale ha già tratto un film Afflizione.

Schrader dice addio qui al archetipo dell'antieroe che ha recitato nella sua trilogia composta da Il reverendo, Il giocatore di carteIl maestro giardinierema dentro Oh CanadaContinuiamo comunque nel campo della mascolinità tormentata sotto i parametri del Messa in scena bressoniana –qui delineando il pathos sul volto triste e sfuggente Richard Gere–, per seguire la figura del documentarista, Leonardo Fife, che, in punto di salute, decide di concedersi un'ultima intervistaspiegare la sua vita e riscattarsi da alcuni peccati rimasti nascosti per troppo tempo.

Come accade quando proviamo a raccontare i nostri ricordi, il film di Schrader è un puzzle che non si incastra, dove il passato (Jacob Elordi) e il presente del protagonista si confonde fino a offrire, in questo tentativo di addio, un'identità sfuggente, un faccia a faccia con la morte nel sonno.

SCHEDA TECNICA

“Oh, Canada”


  • Direttore:

    Paolo Schrader


  • Genere:

    Dramma


  • Paese:

    EE


  • Sinossi:

    Un famoso documentarista canadese concede un'ultima intervista a uno dei suoi ex studenti per raccontargli tutta la verità sulla sua vita. Una confessione filmata davanti alla moglie.

  • Sceneggiatura:
    Paolo Schrader

  • Durata:
    ​95 minuti

  • Distributore:
    Avalon

  • Prima:
    25 dicembre

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