l'essenziale
Questo giovedì 21 novembre, Cimade ha presentato il film documentario girato nel Tarn-et-Garonne, al cinema Concorde, nell'ambito del festival Migrant'scène. Un momento forte di cui hanno testimoniato alcuni partecipanti.
Il festival Scena del Migrante, organizzato dall'associazione Cimade (Comitato Intermovimento degli Evacuati, fondato nel 1939 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale da collettivi giovanili protestanti per venire in aiuto degli sfollati dall'Alsazia e dalla Lorena), è un faro che , ogni anno, a fine novembre, illumina la notte dell'oscurantismo e del ritiro.
Un festival nazionale con una dimensione locale
“Il festival si svolge quest'anno in circa 120 città, in un contesto purtroppo deleterio in cui si diffondono discorsi razzisti e xenofobi, sia a livello nazionale che locale”, ha dichiarato Marie Carladous, responsabile della sezione. et-garonnaise dell'associazione, in occasione della proiezione che è stata organizzata al cinema Le Concorde di Moissac, nell'ambito del festival, questo giovedì 21 novembre, davanti a un vasto pubblico.
Il documentario “La Traversée fertile” è stato così proposto in onda al cinema Concorde di Moissac, in questa piccola città di provincia dal contesto sociologico e un prisma politico emblematico. Ma come hanno sottolineato i due co-direttori Marie Dubois e Dimitri Serres, presenti alla serata: “Questo manifesto non è politico, ma poetico, e cerca di mostrare questi viaggi personali nel tempo e la poesia che lo sprigiona, al di là del dolore di esilio, isolamento, malattia.”
Il messaggio del film è, infatti, chiaro: lo spettatore segue viaggi individuali, fatti di lacrime ma anche di risate, emozioni, creatività, persone come altre, cittadini del mondo. Alcuni sono fuggiti da regioni inospitali, altri si sono diluiti tra la gente invisibile delle strade, altri ancora cercano di riconquistare la salute.
Ma sotto l'impulso del consiglio dipartimentale e della sua emanazione Tarn-et-Garonne Arts & Culture (TGAC), hanno potuto sublimarsi grazie al sistema Fertile Creations, istituito nella primavera del 2023.
Diverse decine di partecipanti, attraverso laboratori di musica ed espressione corporea in collaborazione con numerosi partner (Emmaüs 82, Accueil Montauriol, Relience 82, i musicisti del gruppo Cuarteto Tafi, la ballerina Juliette César), hanno messo a punto un progetto scenico che si è concretizzato in due spettacoli presso il Espace Descazeaux a Castelsarrasin e all'Arène Coin de culture en campagne a Coutures. Una vera catarsi.
Storie con ancora di salvezza a volte spezzate
Il film offre un focus, dove la macchina da presa sa farsi dimenticare, sulle sofferenze di cinque partecipanti. “Hanno lasciato tutto per restare in vita”, sottolinea Marie Dubois, con un vero “desiderio di Francia”, espresso con un cuore “grande quanto quello” da Vasili, compagno di Emmaüs, cinquantenne georgiano plurilaureato , pittore, personaggio del documentario e presente alla serata. Era accompagnato dal suo connazionale Zaza, toccando così sullo schermo le sue aspirazioni ad una vita semplice, dignitosa e felice. Perché è questa la grande forza del film: mostrare che i migranti, i senzatetto, i malati, non sono categorie uniformi e anonimizzate ma individui le cui ancora di salvezza a volte sono spezzate, e che cercano di ritrovare la vera dignità.
In questo senso, il viaggio di Mario, direttore scolastico partito dalla Colombia con moglie e figli, o quello di Mostapha e Meddy, alla ricerca delle radici familiari sballottate tra Francia, Algeria e Portogallo, sono di toccante umanità. Un film toccante e necessario.
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