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una cronaca indiana, intima e luminosa

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A Mumbai, due amici cercano di trovare la strada verso l’emancipazione e il desiderio, nonostante il peso delle tradizioni.

Il severo Prabha e il ridente Anu (Kani Kusruti e Divya Prabha), compagni infermieri e compagni di stanza. Petit Chaos/Les Films Fauves/Arte France/Chalk & Cheese/Geko Films

Di Jacques Morice

Pubblicato il 1 ottobre 2024 alle 17:30

Aggiornato il 1 ottobre 2024 alle 17:48

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HStoricamente, l’India è un grande paese cinematografico, non solo per Bollywood. Da lì però giungono pochi film, per cui abbiamo poche notizie sul paese e sui suoi abitanti. Tutto ciò che immaginiamo come luce ce ne regala alcuni in un modo molto bello, in un tono di cronaca personale, intimo e modesto. Payal Kapadia, 38 anni, ci aveva già deliziato Tutta la notte senza saperlo (2022), un documentario poetico-politico attorno a uno sciopero studentesco, dove si fondono immagini d’archivio di una lotta e una corrispondenza malinconica.

Ritroviamo questo gusto per i frammenti nei titoli di coda di questo primo lungometraggio di finzione, dove persone provenienti dalla campagna raccontano in voce fuori campo la loro installazione a Mumbai (Bombay) e il loro legame con questa megalopoli cosmopolita. Di cui il regista coglie subito il polso: banchine metropolitane affollate, mercati, confusione, ristoranti, rumori estranei, traffico stradale, grandi edifici, flussi continui. Atmosfera generale finemente resa, prima di passare allo specifico, conoscendo Prabha e Anu, due amici intimi e diversi, che gareggiano in sicurezza e dolce bellezza.

Vivono insieme in un piccolo appartamento e lavorano come infermiere in ospedale. Nel loro modo di prendersi cura, di consegnare la pillola o di formare i più piccoli designando sfacciatamente il “speculum vaginale”, cogliamo subito ciò che queste donne hanno acquisito, in termini di autonomia e conoscenza. La maggiore, Prabha, sulla quarantina, è sposata ma il marito, partito per la Germania, non ha sue notizie da un anno. Un medico immigrato, sconvolto perché parla male l’hindi, la corteggia delicatamente e le manda una poesia. Ma si trattiene dall’essere sensibile alla cosa. Dal canto suo, Anu, la più giovane, ha un timido fidanzato musulmano e vorrebbe trovare un posto tranquillo dove fare l’amore con lui. Si baciano negli angoli, dietro i boschetti lungo i campi da calcio, nei parcheggi. Anu parla con lui liberamente di sesso. Divertita, gli racconta di come un’apprendista infermiera sia stata presa dal panico, durante il trattamento, per l’inaspettata erezione di un paziente anziano.

Uno canta, l’altro no, potresti pensare. Per quanto Anu ride e sia spontaneo, Prabha sembra preoccupato, severo e pudico. Attraverso queste due eroine emblematiche, la regista mette a confronto due generazioni di donne, una ancora dipendente dalle tradizioni, l’altra, contemporanea, connessa, a priori più libera. La sua libertà è, infatti, relativa. Anu deve vedere il suo amante in segreto, non solo per proteggersi dalla società ma anche dalla sua famiglia, alla cui autorità è ancora soggetta. Con piccoli tocchi, il regista fa scivolare sfumature in questi ritratti setosi, rivelando ciò che resta di desideri impediti e barriere da abbattere per raggiungere una vera emancipazione. Questa dimensione sociopolitica è incarnata anche da una terza donna di mezza età, una cuoca, senza documenti, aiutata da Prabha nei suoi sforzi. Combattiva, vittima da anni di un potente costruttore che minaccia di sfrattarla dall’alloggio che occupa da ventidue anni, finisce per arrendersi scegliendo di tornare nel suo villaggio natale. Dove Prabha e Anu lo accompagnano.

Il film lascia poi la città per un villaggio costiero nel sud del paese. Un altro mondo, che offre una nuova prospettiva, grazie a un episodio intriso di un racconto meraviglioso: un misterioso annegato viene riportato in vita in una rete… Intrecciando così sottilmente vita materiale e stati d’animo fluttuanti, durezza e sensualità, nel dare orgoglio di luogo di trasporto e di passeggiate, nonostante la paura e la costrizione che maltrattano la confraternita in fiore, questo caleidoscopio di colori saturi è toccante. Non è un caso che il film metta in risalto così tanto la notte, attraverso le luci della città come le lanterne colorate di un bar sulla spiaggia. Tutte queste luci sono infatti segni di vita e di speranza.

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