Una simile offesa sarà difficile da perdonare, anche per un regista che ha realizzato un Film sulla morte di Cristo…
Per tre decenni, Mel Gibson ci ha abituato a progetti epici e storici su larga scala quando ha scelto di sedersi sulla sedia da regista. Ecco perché risulta un po’ strano trovare quest’ultimo alla guida di un genere suspense minimalista Volo ad alto rischio (Versione francese di Rischio di volo).
Inoltre è diventato subito evidente che la principale parte interessata non era affatto a suo agio nel gestire questo thriller con ambizioni molto, molto, modeste.
Volo ad alto rischio Quindi ci manda a 3000 piedi sopra le montagne innevate dell’Alaska, mentre un agente federale (Michelle Dockery) deve riportare un testimone della fuga (Topher Grace) alla civiltà in modo che possa testimoniare in un importante processo. Il problema è che il pilota dell’aereo su cui si trovano (Mark Wahlberg) non è chi afferma di essere.
Ad un certo punto, la telecamera rimane molto vicina al volto di Mark Wahlberg per lunghi secondi, come se né il regista né l’attore sapessero esattamente quale fosse il compito che è stato loro affidato. Infine, pochi istanti dopo, Wahlberg si accontenta soltanto di continuare la sua diarrea verbale lanciata verso gli altri due personaggi a bordo.
Volo ad alto rischio è l’ultima prova che una buona idea non fa un buon film. Provare a creare una macchina fotografica sottolineata nella cabina di un piccolo aereo è una buona idea sulla carta. Tanto più che il nostro rappresentante delle forze dell’ordine deve fare i conti anche con un clima di crescente sospetto rispetto ai suoi colleghi che cercano di aiutarlo sul campo.
Il risultato ricorda quindi – in misura molto diversa – il ISS Dell’anno scorso, ma molto più inetto e inconsistente.
Già, la messa in scena di Gibson è una delle più sciatte e francamente brutte che abbiamo potuto vedere sul grande schermo negli ultimi anni. Non c’è nessuna immagine del film che riveli nemmeno un briciolo di attenzione ai dettagli o un qualsiasi lavoro in termini di trattamento dello spazio (che era comunque la pietra angolare del progetto).
Annegato, noioso, mal ritmato e totalmente privo di tensione, anche lo scenario di Jared Rosenberg non dà nulla da fare ai suoi interpreti, che devono cavarsela con dialoghi di inconcepibile povertà, tocchi di umorismo mal integrato e una costante ripetizione della stessa narrazione. e meccanica drammatica.
In queste condizioni anche sfavorevoli, Mark Wahlberg offre una delle performance più disincarnate e poco interessanti della sua carriera. E ricorda che stiamo parlando dello stesso Mark Wahlberg che ha interpretato L’avvenimento… la sua performance si limita solo a fare una smorfia, a provocare i suoi compagni di gioco nel momento peggiore e a rialzarsi due o tre volte dal nulla per ricordare a tutti a che tipo di film dovremmo avere diritto.
Ogni anno, nonostante il freddo e le precipitazioni, la rapa delle rape è ancora ottima nel mese di gennaio. E il 2025 non fa eccezione alla regola.
Mantenendo la rotta sulla mediocrità fino all’ultimo momento, Mel Gibson ci lascia in un finale completamente garrochettato, ridicolo e folle.
Una simile offesa sarà difficile da perdonare, anche per un regista che ha realizzato un film sulla morte di Cristo…
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