Perché Skeleton Crew avrebbe dovuto fare di meglio

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Questo inizio di gennaio segna già la fine del viaggio per Equipaggio scheletrico. La serie Guerre stellari si è concluso mercoledì 15 gennaio, dopo sei settimane di divertenti avventure ai confini della galassia molto, molto lontana. Fra I Goonies et Pirati dei Caraibil’ultima aggiunta al catalogo Disney+ aveva tutto per soddisfare. L’avvicinarsi delle vacanze scolastiche così come la presenza di Jude Law nella distribuzione avrebbero dovuto rendere la creazione di Christopher Ford e Jon Watts un successo last minute su Disney +. Ciò alla fine non è avvenuto, poiché la serie non è riuscita a primeggiare nella classifica delle produzioni più viste negli Stati Uniti la settimana della sua uscita. Questa è la prima volta per una produzione Guerre stellari nel live action, un primo segnale di debolezza per la licenza che stenta a rinnovarsi. Tuttavia, c’è molto di più di quanto sembri. Facciamo il punto su una prima stagione che avrebbe meritato di fare più rumore.

Nella galassia… ma molto, molto lontano

Nel reparto di produzione televisiva Guerre stellari, Equipaggio scheletrico coltiva la sua unicità. Più che un cambio di tono e di approccio si tratta soprattutto di una sua scelta illuminata limitare le interazioni con la saga al minimo indispensabile che gli permette di distinguersi dalla massa. Mentre molte serie originali della Lucasfilm si sforzavano di approfondire il viaggio di alcuni eroi iconici, Equipaggio scheletrico si è evoluto ai margini dei conflitti tra Jedi e Sith, gli intrighi politici dell’Impero e della Nuova Repubblica ma anche la saga maledetta di Skywalker. Jon Watts e Chris Ford avevano il loro cuore per esplorare una nuova parte della galassia accanto a personaggi che lo erano altrettanto.

Se la serie non si fosse trattenuta dal fare qualche cenno – uno a una produzione che George Lucas avrebbe preferito dimenticare per sempre – aveva molto più da offrire di un diluvio di fan service. Perché l’obiettivo della Lucasfilm non era tanto quello di riconciliarsi con i fan della prima ora quanto quello di attirare nuovi fedeli nelle sue reti. Traendo ispirazione da Amblin Pictures e dai film sulla pirateria, la serie Disney+ ha in qualche modo reinventato la ricetta Guerre stellari.

©Disney+

I collegamenti con la controversa trilogia di Rian Johnson e JJ Abrams erano tra gli argomenti contro l’ultima stagione di Il mandaloriano. Stessa storia per Obi-Wan Kenobiche, invece di lasciare agli spettatori il tempo libero di immaginare come l’ex Jedi trascorreva il suo tempo su Tatooine, si è concentrato sulla costruzione di una storia quanto più incoerente possibile. Le vere storie di successo sono rare. Equipaggio scheletrico è (quasi) uno. Se non è paragonabile a Andor o le primizie di Il mandalorianodobbiamo ammettere che non l’ha fatto non vergognarsi della concorrenza. Ha qualcosa che le conferisce evidente fascino: a energia pazzesca e voglia di scoperta.

Nuova scala

Su Disney+, non si tratta tanto di avere qualcosa da raccontare quanto di trovare un concetto. Le serie Marvel sono state promosse per diversi anni come produzioni di supereroi “con salsa…”. Lei-Hulk è un Ally McBeal 2.0, Loki ha qualcosa Dottor Chi Mentre Occhio di Falco era inteso come un omaggio appena mascherato a Duro a morire. Equipaggio scheletrico non sfugge alla regola delle licenze emblematiche rivisitate. Solo che al di là del suo semplice concetto, un’avventura spaziale sulla pirateria, la serie riesce a dire molto sull’universo e sui suoi personaggi.

©Disney+

D’ora in poi, è attraverso gli occhi di bambini ancora estranei alla galassia molto lontana che Guerre stellari viene detto. Questa nuova scala rimescola le carte, trova nuovi temi da esplorare. Il viaggio di Neel, Wim e KB è una ricerca di emancipazione che, nonostante i difetti inerenti al suo formato, trova il modo di essere commovente. L’episodio su Ad Achrann è uno di quei capitoli a cui non manca il brio. La lotta tra i due popoli del pianeta traccia un bel parallelo con le battaglie all’interno della galassia Guerre stellariLa visione della situazione di Neel dà un barlume di speranza per le generazioni future. E questo è il punto centrale Equipaggio scheletricoevocare il passaggio di testimone tra generazioni. Tra un omaggio alla giovinezza e una produzione nostalgica, la serie è riuscita a trovare una forma di equilibrio. Se rimpiangiamo un finale affrettato, che apre tutte le strade quante ne contiene, siamo rimasti coinvolti nel gioco di questa caccia al tesoro che meritava sicuramente una ribalta più grande.

Ma problemi strutturali…

Complessivamente, Equipaggio scheletrico è stata un’ottima sorpresa su Disney+. La serie Guerre stellari ci ha sedotto con la sua voglia di avventura, il talento del suo cast e l’elemento del mistero che è stato la forza trainante fino alla fine. D’altro canto la serie presenta lo stesso problema dei suoi predecessori: ovvero a struttura traballante e taglio casuale. Dopo un allestimento piuttosto lungo, su un pianeta igienizzato, la serie soffriva di veri e propri problemi di ritmo inerenti alla serie Guerre stellari suDisney+. La piattaforma si ostina ad applicare un formato ultracalibrato di sei o otto episodi di circa trenta minuti. Quindi, anche se abbiamo già visto i nostri eroi indugiare sui pianeti che visitano, la serie avrà adottato un ritmo troppo veloce per convincerci completamente.

Intervista all'equipaggio scheletrico
©Disney+

Attraversare un pianeta che assomiglia ad una spa intergalattica rappresenta uno spreco enorme, Equipaggio scheletrico non essersi preso il tempo per costruire l’atmosfera del luogo. Lo stesso vale per il covo dei pirati dell’episodio 2, che avremmo voluto esplorare più a lungo per cogliere davvero la paura che imperversava tra i nostri eroi che vivevano isolati su Ad Attin. Possiamo anche notare che la fretta con cui è stato costruito il finale dà una sensazione agrodolce. La rivelazione sulla vera identità del supervisore appare poi del tutto incidentale, anche se è stato uno dei principali misteri di questa produzione che ci ha tenuto con il fiato sospeso per otto settimane.

Quando arriva il momento dei bilanci, è difficile capire perché una parte del pubblico abbia evitato questa serie che vale la pena guardare. Equipaggio scheletrico non è perfetto, presenta alcuni difetti dei suoi predecessori ma anche delle belle sorprese che meritano di essere scoperte. Non ci divertivamo così tanto guardando una serie della scuderia da troppo tempo, probabilmente la prima stagione diAndor che risale già al 2022. Considerando il pubblico che già promette di essere deludente, è difficile immaginare che un seguito sarà all’ordine del giorno per i prossimi anni. È ancora difficile da immaginare Guerre stellari fare a meno di un personaggio carismatico come quello di Ja Na Nawood o Silvo, o Crimson Jack…

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