Il Servette ha abbastanza rosa per essere campione?

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Sabato il Servette torna in campo.

Bastien Gallay

Vergogna? La parola sembra un po’ grande. Ma c’è qualcosa di scandaloso nel vedere il Servette iniziare il 2025 al 5° posto in Super League. Il fatto che questa classifica sia più serrata che mai forse attenua la sensazione, perché i granata sono a soli due punti dalla capolista Lugano.

“Per me la classifica al momento non è importante”, dice l’allenatore Thomas Häberli. Nove squadre hanno qualità e puntano alla stessa cosa. Puntiamo alle prime 4”.

Solo che quando i vertici del calcio svizzero si incontrano o fanno una telefonata, spesso arriva alle orecchie dei ginevrini che il Servette è la squadra meglio armata del campionato, con il Lugano.

Possiamo indubbiamente vedere lì una certa impresa di destabilizzazione. Ma nel contesto sorge la domanda: il Servette ha la forza sufficiente per diventare campione svizzero il 24 maggio?

Una gabbia fortunatamente fornita

Alla base di tutto c’è da dire che una squadra può sperare di diventare campione se ha un sicuro valore nei gol. Servette ne ha due, e per fortuna. Perché la brutta notizia dell’inverno granata è questo infortunio al ginocchio che priva Jérémy Frick della ripresa, e probabilmente delle prime sette o otto partite dell’anno.

“Ma ho sempre detto che abbiamo due portieri di altissimo livello”, ricorda Häberli. Joël Mall ha giocato delle partite e ricoprirà questo ruolo. Da notare che il 33enne argoviese si è sentito male all’inizio della settimana, ma giovedì è tornato ad allenarsi.

Lì, sulla carta, nonostante l’infortunio di Frick, Servette non ha troppo di cui preoccuparsi.

La visione del management

Le altre posizioni possono sollevare interrogativi. Dal lato dirigenziale, incarnato in particolare dal responsabile sportivo René Weiler, abbiamo la ferma convinzione che la rosa del Servetti, così com’è, sia competitiva. Forse anche il più competitivo del campionato. E soprattutto non ha sfruttato appieno il suo potenziale nella prima parte della stagione.

Una visione difficile da contestare, dato l’impatto molto relativo di Guillemenot, Von Moos (15 partite e 0 gol per entrambi) o anche Antunes (solo otto partite e nessun gol prima del suo infortunio). La sfida è riuscire a sfruttare il potenziale di questi elementi e limitare la dipendenza da Derek Kutesa (11 gol).

Si prevede il ritorno di Alexis Antunes.

Pascal Muller/freshfocus

In quest’ottica, il ritorno alle competizioni di Antunes è visto come un prezioso rinforzo. Häberli non ha detto molto durante l’autunno quanto gli mancasse, ma ci ha pensato fortemente. “È uno dei tre giocatori più importanti del Servette”, insiste il tecnico. Quando non c’è, si vede. Con la sua creatività, il suo modo di correre, la sua capacità di capire il gioco. Sono contento della sua preparazione.

C’è da considerare che la coppia Antunes-Cognat è quella vista ad animare il 4-3-3 (o 4-2-3-1) servettiano questa primavera, con forse anche l’Antunes un gradino sotto rispetto al francese. Davanti alla difesa, invece, si farà sentire l’assenza di Douline. Ma la sua sostituzione non è una priorità (Ondoua, Magnin, Baron soprattutto devono poter giocare in questa sede).

Un mercato?

Il Servette è uno dei rari club di Superlega a non aver registrato finora rinforzi. Questo supporta l’idea di una rosa che non ha tanti buchi.

“Se possiamo rafforzarci, lo faremo, ne discutiamo con René (Weiler), sfugge a Häberli. Bisogna essere intelligenti, in modo che sia una situazione vantaggiosa per tutti”.

Cosa capire? Che Servette non farà una recluta per il gusto di fare una recluta. L’impatto deve essere immediato e, se possibile, anche a lungo termine. Sono circolati i nomi (Morandi, Ndenge, Diawara). Non sono venuti dal nulla. C’era un certo interesse, è vero. Ma c’è anche una questione di soldi: sappiamo che non è la vocazione dei granata spendere uno o due milioni per pagare un giocatore ancora sotto contratto.

Detto questo, il Servette ha tempo fino al 17 febbraio per rafforzarsi. E i ginevrini hanno l’idea di non restare del tutto inattivi. Posizioni mirate? Piuttosto il settore offensivo, per un attaccante o un esterno. Continua.

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