qual è il metodo di manipolazione DARVO denunciato dall’attrice?

qual è il metodo di manipolazione DARVO denunciato dall’attrice?
qual è il metodo di manipolazione DARVO denunciato dall’attrice?
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La polemica è ancora accesa tra Blake Lively e Justin Baldoni. Mentre l’attore, produttore e regista aveva già presentato una denuncia contro il New York Times, questa volta attacca l’attrice e suo marito, Ryan Reynolds, direttamente in una denuncia di 179 pagine, depositata il 16 gennaio 2025.

Accusato dalla co-protagonista del film “Mai più” di numerosi comportamenti inappropriati e molestie sessuali sul set, Justin Baldoni accusa oggi la star di “Gossip Girl” di estorsione, diffamazione e violazione di contratto.

Di fronte alla situazione, e per la prima volta da quando la vicenda ha fatto notizia, Blake Lively ha parlato in un comunicato stampa. Mentre Justin Baldoni le chiede 400 milioni di dollari di danni, lei ha risposto, tramite un comunicato dei suoi avvocati: “È una storia vecchia come il tempo. Una donna parla con prove concrete di molestie sessuali e di vendetta, e il suo aggressore cerca di ribaltare la situazione”.

“Mentre la vittima si concentra sull’abuso, l’aggressore si concentra sulla vittima”, affermano gli avvocati dell’attrice. “La strategia di attaccare la donna è disperata, non confuta le prove contenute nella denuncia della signora Lively e fallirà.” E per concludere: “Questa denuncia è solo un tentativo di impedire al pubblico di comprendere che non si tratta altro che di una misura di ritorsione contro le accuse di molestie sessuali”.

Nel suo comunicato stampa, Blake Lively precisa che la tecnica utilizzata da Justin Baldoni per fargli del male ha un nome: “È quello che gli esperti chiamano DARVO (Deny, Attack, and Reverse Victim and Offender, che potrebbe essere tradotto come negare, attaccare e invertire la situazione). vittima e aggressore, ndr).”

Questo metodo, spesso utilizzato dai manipolatori, è considerato un’arma, alla stregua del gaslighting, al quale è strettamente correlato, poiché mira a far apparire colpevole la vittima. Secondo l’associazione Women For Women , che lotta contro la violenza domestica: “Questa strategia è attuata per deviare le accuse delle vittime e danneggiarle ulteriormente. Gli autori della violenza, spesso aiutati dai loro alleati, cercano di negare la violenza, di screditare la vittima e affermare di essere in realtà le vittime”. Una tecnica utilizzata in privato, per far dubitare della propria esperienza, ma anche in pubblico, come è avvenuto nel caso Lively-Baldoni, o nell’ambito di numerosi casi di violenza sessista e sessuale.

Il metodo DARVO si basa su tre fasi, a partire dalla negazione della violenza: l’imputato affermerà che le accuse contro di lui sono false, o legate ad un motivo pretestuoso: “Mentisce per soldi”, per esempio. Quindi, l’accusato tenterà di attaccare la vittima per screditarla. Ultima tappa: l’ufficio del pianto. La persona manipolatrice si vittimizzerà, dirà di essere traumatizzata, piangerà, si sentirà dispiaciuta per se stessa.

Attualmente, il metodo DARVO rimane ampiamente utilizzato perché si basa sul principio di una parola contro un’altra. Le vittime di violenza sessuale e di genere spesso vedono le loro parole messe in discussione. Ma sono sempre più numerose le associazioni femministe che lo denunciano, e prestano aiuto a coloro che – perché sono soprattutto donne – ne sono le vittime.

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