Torna il PIFFF, che inizia con il nuovo film di Joseph Kahn: Schifo.
Per la sua tredicesima edizione, il PIFFF (Festival Internazionale del Cinema Fantastico di Parigi) ha deciso di farlo dedica la sua apertura a uno dei suoi registi preferiti: Joseph Kahn. Clipper di talento degli anni 2000 e 2010 (a lui dobbiamo alcuni video importanti di Britney Spears, Eminem, Ice Cube e Taylor Swift), ha chiuso la porta dello studio dopo il fallimento del pur brillante Torque, una sorta di Veloce e furioso decadente di cui Mathieu ha raccontato in video l'emozionante dietro le quinte.
Dopo questa battuta d'arresto difficile da digerire, Kahn rimase successivamente dalla parte dell'indipendenza, impressionando in rapida successione Detenzione et Corposo (entrambi superati al PIFFF). Era quindi logico che Schifoil suo nuovo film horror “familiare” (nelle parole dell'autore) inizia i suoi festeggiamenti a Parigi.
Al diavolo la crema
Questa volta si tratta di Hank (Brandon Routh, che ci ricorda quanto ci è mancato), un insegnante di scienze un po' fallito, bloccato nella sua città natale di Eastbrook. In circa dieci minuti virtuosistici, Kahn traccia la traiettoria di una vita sprecata, dove Hank era destinato a un futuro da grande calciatore americano prima di rompersi una gamba.
Con la follia del suo montaggio, che sembra offrire un'idea per inquadratura o una transizione improbabile, il regista racconta una tragedia pianificata, un sogno americano che non poteva che finire male. Da lì, Hank è bloccato nel passato e nel suo rimorsoal suono di una colonna sonora gioiosamente scadente degli anni 2000.
Ma non è il solo a lasciarsi andare, visto che l'intero paese sembra piuttosto indifferente la progressiva invasione di una pianta, soprannominata Ickche si trasforma rapidamente in una minaccia concreta in stile Blob. Kahn conosce i suoi classici in termini di film sui mostri e il ladro di cadaveri, e ha il merito di lasciare che la paranoia pervada tutti gli strati della sua storia.
Da allora in poi, l'Ick diventa un elemento metaforico abbastanza versatile, simboleggiando tanto i rischi di una nostalgia mortale (che mantiene le sue vittime negli errori del passato) quanto la stupidità di una popolazione incosciente di fronte ai rischi sanitari del mondo. Tendenza MAGA.
Questa è sia la principale qualità del film che il suo principale difetto: L'energia sconfinata e bulimica di Kahn si dimostra regolarmente un virtuoso, anche se ciò significa sguazzare negli eccessi. Tra la ricerca della paternità di Hank, i tormenti adolescenziali dei personaggi secondari e gli elementi satirici fortemente contemporanei (difficile non pensare alla gestione americana del Covid), Schifo vuole fare molte cose contemporaneamente.
A volte questo lo rende confuso, e anche un po' boomer, ma abbraccia con fervore la sua estetica obsoleta e il suo eroe perdente perduto all'inizio del secolo. Siamo lontani dalla maestria dei suoi lungometraggi precedenti e, allo stesso tempo, difficile non provare profonda simpatia per questa generosa proposta.
PIFFF 2024 si svolgerà dal 4 al 10 dicembre al Max Linder Panorama di Parigi.