L'attrice-regista presenta il suo ottavo lungometraggio, Libero con Lucas Bravo nel ruolo del rapinatore Bruno Sulak. Nello spettacolo “Conversations”, parla delle sue ispirazioni, del suo viaggio e del suo legame con il cinema.
Ospite del programma “Conversations”, Mélanie Laurent ripercorre la genesi e le riprese del suo ottavo lungometraggio da regista. La Parisienne distribuisce il film su Prime Video Libero sulla vera storia del rapinatore Bruno Sulak, interpretato da Lucas Bravo. Lo racconta a Joseph Ghosn, vicedirettore editoriale di Madame Figaro, avendo voluto tornare a questo sorprendente destino dopo aver letto il libro Acquoso di Philippe Jaenada. Non aveva mai sentito parlare di questo ladro gentiluomo che fece notizia negli anni '80: “Era al centro dei media. Ma la vera domanda, quasi sociale, che mi pongo quando inizio a voler fare questo film è: “Perché la storia dimentica chi non ha ucciso nessuno? Perché in Francia idolatriamo i nostri carnefici e i nostri mafiosi?”
“Rendi il film sulla rapina il più femminile possibile”
L'attrice ha vinto un Cesar per il suo ruolo in Sto bene, non preoccuparti spiega anche di voler dare più spazio alle donne per staccarsi dai cliché di questo genere cinematografico: “In effetti, il film sulla rapina (…) era davvero un pretesto per raccontare questa magnifica storia d'amore e il posto di questa donna nella sua vita. E per completare spiegando che ha apprezzato “rendere il film sulla rapina il più femminile possibile”.
Ci rivela anche una foto scattata con Lou de Laagence e Joséphine Japy sul set del suo primo film Respirare. L’opportunità di tornare al suo rapporto con il cinema: “Potrei raccontare la mia vita basandomi sui film che faccio”. Moltiplicando i progetti come attrice e regista, ha rivelato di essere la protagonista del primo film di Joséphine Japy, di aver finito di girare una serie con Benoît Magimel, di aver scritto una serie e di aver terminato la prima versione del suo prossimo film da regista… Abbastanza per trattenerci in attesa.