un premio Nobel per la letteratura ha scritto la sceneggiatura di questo film insieme a Isabelle Adjani!

un premio Nobel per la letteratura ha scritto la sceneggiatura di questo film insieme a Isabelle Adjani!
un premio Nobel per la letteratura ha scritto la sceneggiatura di questo film insieme a Isabelle Adjani!
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A più di 35 anni dal suo primo film, La bella vita, Jean-Paul Rappeneau ha deciso di affrontare ancora una volta il tema della guerra sul grande schermo. Questo da buon viaggio, uscito nelle sale cinematografiche francesi il 16 aprile 2003, in compagnia di un cast variopinto. Isabelle Adjani, Gérard Depardieu, Virginie Ledoyen, Yvan Attal e perfino Grégori Derangère si ritrovano in una storia lontana dai cliché. E per una buona ragione, la sceneggiatura è stata scritta da Patrick Modiano, guardando alla Seconda Guerra Mondiale da un’altra prospettiva.

buon viaggio o la Seconda Guerra Mondiale da una nuova prospettiva

buon viaggio porta gli spettatori nel giugno del 1940. Mentre infuria la guerra, le carceri parigine operano in una certa confusione. I detenuti dell’Ile-de-France vengono poi trasferiti nella zona franca e alcuni ne approfittano per scappare. Tra questi figurano Frédéric, autore accusato ingiustamente di omicidio, ma anche Raoul, un vero delinquente. Fuggendo verso Bordeaux, si troveranno ad affrontare una realtà diversa da quella conosciuta dietro le sbarre. Inoltre, Frédéric coglierà l’occasione per ritrovare Vivianne, un’ex fidanzata diventata un’attrice di successo. Una star che ha a che fare con Beaufort, un ministro perdutamente innamorato di lei…

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Patrick Modiano, premio Nobel, a suo agio nell’esercizio dello scenario

Tavola delle socialità nel secondo dopoguerra, tra disprezzo per gli oppressi e zone grigie della celebrità, buon viaggio interroga, con un certo ritmo, il passato della Francia. Sotto la direzione di Jean-Paul Rappeneau, Patrick Modiano è stato responsabile della sceneggiatura. Coautore di Lacombe Lucien, un film di Louis Malle, era nel mirino del cineasta da diversi anni. L’intesa tra i due è stata immediata e la collaborazione del tutto fluida, come ha spiegato il premio Nobel per la letteratura nelle colonne di Telerama nel 2003: “Conoscevo bene il clima di quei tempi. Quando ero più giovane vedevo spesso Emmanuel Berl (politico e scrittore, ndr), che aveva vissuto questi pochi giorni a Bordeaux. Mi ha parlato di questa folla di persone provenienti da tutta Parigi, di queste mondanità, comparse ridicole di una vacanza forzata. Abbiamo parlato a lungo con Jean-Paul, ho scritto una storia di una cinquantina di pagine. Mi affascinava la sua diabolica tecnica di intrecciare aneddoti e personaggi. È un po’ il contrario di un romanzo, questa complicazione. È orribile da dire, ma in un romanzo puoi farla franca, puoi usare la suggestione. Non al cinema. Jean-Paul intrecciava senza perdere il filo, in arabeschi incredibilmente fluidi, come la montatura di un gioielliere.”

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