recensione di Resident Evil con il cervello asfissiato su Amazon

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Apocalisse straziante

È vero, non siamo partiti con la massima fiducia di fronte Respirareche avanzava verso di noi irrigidito il termometro Nanar saldamente ancorato alla sua base : l’indescrivibile Milla Jovovich. Tuttavia non eravamo pronti.

Una Terra che affrontava una carenza di ossigeno non era una cattiva idea, poiché imponeva un’enorme minaccia esistenziale mentre navighi sul popolare tema del bunker (Silo, cadere). Sfortunatamente, in termini di ambizione artistica, rigore scenico e scrittura, è dalla parte del cattivo ospite di Paul WS Anderson che dobbiamo cercare uno standard.

Il film introduce la sua premessa con sorprendente nonchalance, per poi trasformarla in niente più che una scusa per riparare i generatori. A questo punto bisogna riconoscere allo sceneggiatore Doug Simon una certa genialità deviante: era necessario raggiungere l’impresa di non programmare alcun momento di tensione basato sul soffocamento. Le maschere di ossigeno sono così ridicolmente permissive che la batteria di un’auto è più di un problema.

Resident Evil: Asfissia (creativa).

E poiché nessuno si è preso la briga di scavare le conseguenze sulla civiltà dell’asfissia globale, ad eccezione di una sfortunata etichetta persa in un’inquadratura, il film potrebbe benissimo essere ambientato su Saturno. È stupido: nello spazio il suo postulato perde ogni originalità.

Privo di un universo un po’ riflessivo, il regista Stefon Bristol (il cui curriculum mostra solo l’oscuro Ci vediamo ieri) si accontenta di decorazioni sfocate. Una serie di filtri rudimentali (giallo, blu, rosso, nessun tubetto di tempera viene dimenticato) serve da copertura, tra due inquadrature ampie che cadere tecnicamente andrebbe bene (il primo gioco, uscito quasi trent’anni fa).

Respira: Sam Worthington, Milla JovovichChi di voi ha detto: “Bristol non sarà un successo?”

Un bunker di invasione indigente

Nonostante tutte queste riserve, c’era ancora spazio per un piccolo invasione domestica ansiogeno, che ne camufferebbe i limitiun budget più ristretto di un campo di grano privo di luce solare dal Mesozoico.

Sfortunatamente, questo è tanto mal pensato quanto mal eseguito. Tutta l’ambiguità delle intenzioni dei visitatori lo è meticolosamente sabotato da infinite chiacchiere e un’attenzione suicida ai loro (patetici) tentativi di forzare l’ingresso nel rifugio.

Per fortuna possiamo contare il loro comportamento inverosimilmente lunare per ripristinare un po’ di imprevedibilità. Le loro inversioni sono così arbitrarie che ci preoccupiamo per la loro salute mentale, soprattutto quando iniziano a correre per… risparmiare ossigeno.

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Un atto fallito: con l’aggiunta di un tocco di follia, Respirare potrebbe cadere in una pura farsa. È difficile non credere in una sitcom infernale quando un personaggio legato urla attraverso una porta blindata: “È morto, non può aprire!”

Se vogliamo risparmiare il giovane Quvenzhané Wallis (la cui carriera è sfumata dopo essere diventato il più giovane candidato all’Oscar della storia per Bestie del selvaggio Sud), non conteremo sul fatto che i nostri partner esagerati possano recuperare il ritardo. Menzione speciale a Sam Worthington, con i capelli e la libertà artistica.

Vorremmo invece sapere chi ha depressurizzato la cabina di montaggio. Vediamo solo i tecnici dell’apnea che depongono le uova sequenze così irregolari da rendere quasi illeggibili le azioni più semplici. Fortunatamente, con tre skin e due decorazioni, la pianificazione non è stata complicata.

Breathe è disponibile su Amazon Prime Video dal 4 aprile.

Respira: manifestoRespira: manifesto

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