Prima di Ghost in the Shell, l’altro capolavoro che nemmeno il suo regista ha capito

Prima di Ghost in the Shell, l’altro capolavoro che nemmeno il suo regista ha capito
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Cosa abbiamo in comune? Fantasma nella conchiglia E Fantasia finale ? L’uovo dell’angeloil piccolo capolavoro surrealista diretto da Mamoru Oshii e animato da Yoshitaka Amano.

La figura dell’artista aumenta la sua quota di fantasie e idee preconcette, e molti di questi artisti perpetuano essi stessi questi diversi miti. Eppure forse si tratterebbe di qualificare questo culto del creatore pseudomistico. Intendiamoci, Christopher Nolan non ha torto a predicare il suo famoso”non pensarci, sentilo“. Ma ricordiamolo lo stesso pensare ai fondamenti di un’opera contribuisce molto al suo apprezzamento (Altrimenti, perché prendersi la briga di scrivere questi file? O dedicare cinque anni a studiare storia dell’arte? O fare il giornalista cinematografico? Mistero).

Nella sua opera dedicata al padre di Fantasma nella conchiglial’autore Dani Cavallero riferisce tuttavia che lo stesso regista non sapeva quale fosse il significato del suo Uovo d’angelo. Surreale, nebulosa e piena di simbolismo, la storia offre infatti un’esperienza unica. La confessione di Mamoru Oshii lascia spazio a tutte le possibili interpretazioni, la più comune delle quali riguarda la meditazione sulla perdita della fede religiosa. E se fosse anche una riflessione sulla creazione artistica?

Un gran bel film peloso

genesi nella conchiglia

Probabilmente non sorprenderemo nessuno dicendo questo L’uovo dell’angelo più vicino a un sogno febbrile che a qualsiasi altra cosa. Le immagini si susseguono, eteree quanto inquietanti, perennemente perseguitate da una colonna sonora lirica a metà tra un coro religioso e un film horror. Lì, due personaggi anonimi – una figura simile a Cristo dal volto sinistro e un bambino che porta l’uovo del titolo – si muovono, quasi silenziosi, all’interno di un paesaggio dall’estetica malinconica-post-apocalittica.

Se Villeneuve ha recentemente diviso la sfera degli amanti del cinema ammettendo di aborrire i dialoghi, sostenendo poi che “potere del cinema” era soprattutto una storia di immagini e suoni, il lavoro di Mamoru Oshii sembra dargli ragione. Dei 71 minuti del lungometraggio, è possibile registrare solo quattro minuti di dialogodi cui tre che citano cripticamente il libro della Genesi, capitolo 6, versetto 7.

Per coloro che non sono stati sottoposti ad alimentazione forzata al catechismo durante la loro prima giovinezza, questo delizioso passaggio racconta come Dio si alzò una mattina, decise che l’Uomo era irredimibile e decise di scatenare il famoso Diluvio per risolvere il problema una volta per tutte.. E poi, finalmente, il coraggioso Noah”trovò grazia agli occhi del Signore“, e il ragazzo si ritrovò così a costruire un’arca gigantesca, destinata a solcare le onde con a bordo un intero zoo. Ovviamente, questo richiamo biblico non è gratuito, e troverà la sua importanza tra qualche paragrafo.

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