Recensione di Civil War: una spaventosa distopia alla Apocalypse Now, di Alex Garland

Recensione di Civil War: una spaventosa distopia alla Apocalypse Now, di Alex Garland
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Pochi mesi prima delle prossime elezioni presidenziali (5 novembre 2024), il regista Alex Garland torna al genere che lo ha reso famoso per rappresentare gli Stati Uniti nel mezzo della guerra interna nel film dal nome appropriato Guerra civile.

Un’agghiacciante distopia per i giornalisti, che rivisita il film di guerra alla luce della spaventosa attualità. Ecco la nostra recensione, garantita senza spoiler.

La storia del film

Nel prossimo futuro, una squadra di giornalisti viaggia attraverso gli Stati Uniti durante una seconda guerra civile che ha travolto l’intero paese, contrapponendo il governo federale alle “forze occidentali” separatiste guidate da Texas e California.

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Kirsten Dunst dentro Guerra civile.

©A24

La nostra recensione

In un decennio e una manciata di proposte forti, eccellenti Ex machina ai curiosi Annientamentoattraverso la miniserie Sviluppatori, Alex Garland è riuscito a imporre il suo universo originale, mettendo in discussione il nostro rapporto con la nostra umanità e la tecnologia. Due anni dopo il thriller psicologico Uominiil britannico riscopre con brio i mutevoli territori dell’anticipazione per analizzare l’America del 2024.

Per fare questo, Alex Garland sviluppa la sua emozionante premessa attraverso gli occhi del reporter di guerra, una sorta di spettatore attivo del conflitto, non appartenente a nessuna parte, ma mai lontano dai proiettili, al fronte ma in albergo. Protagonisti che alimentano un’abile satira dove horror e intrattenimento si intersecano, mettendo in discussione l’assurdità di un’America e il suo macabro senso dello spettacolo.

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Guerra civile è il nuovo film di Alex Garland.

©A24

Con un budget di 50 milioni di dollari, questa prima “grande” produzione della società A24, più avvezza al cinema d’autore (Eredità, Gemme non tagliate, Tutto ovunque e tutto in una volta) mantiene qui il DNA dello studio. Visioni di orrore e omicidi sono così intervallate da cliché estetici sullo sfondo di una colonna sonora accattivante. Un cocktail tanto inquietante e scomodo quanto formidabilemente efficace.

Uno dei successi di Guerra civile è dovuto anche al suo casting. Oltre al simpatico Wagner Moura (Narcos) e Stephen McKinley Henderson (Duna), Kirsten Dunst dimostra, nel ruolo della disillusa Lee, di essere ancora un’attrice su cui contare. Soprattutto, il film conferma la rivelazione Cailee Spaeny, già folgorante nel Priscilla di Sofia Coppola e presto apparirà inAlieno: Romolo.

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Cailee Spaeny dentro Guerra civile.

©A24

Come Willard e la sua squadra Apocalisse ora (1979), la squadra di giornalisti si precipita verso il colonnello Kurtz, un Nick Offerman rivisitato nei panni di Donald Trump. Vi rassicuriamo, il parallelo finisce qui. Guerra civile preferisce l’estetica di Instagram e gli effetti stilistici un po’ superficiali al misticismo del film di Francis Ford Coppola. Perché in realtà il film lascia un piccolo assaggio di incompiuto.

In termini di delusioni, i personaggi mancano gravemente di sfumature e alla fine sprofondano in funzioni di ruolo poco interessanti. Le buone domande all’inizio (posizione dei giornalisti, identità americana, ecc.) sono purtroppo sviluppate solo poco, lasciando allo spettatore il compito di colmare le lacune tematiche. Alex Garland sceglie quindi di rinchiudere il suo film nella struttura eccessivamente programmatica di a film di stradaignorando l’ambiziosa promessa del suo argomento.

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State tranquilli: nonostante questi pochi inconvenienti, Guerra civile è infatti il ​​(piccolo) schiaffo annunciato. Il film si configura sia come una terrificante distopia sia come un’esperienza sorprendentemente vicina alla realtà, quanto come una radiografia dell’America di Trump, più necessaria che mai, a una manciata di settimane da un nuovo voto elettorale. Agghiacciante.

Guerra civile uscirà nelle sale il 17 aprile 2024.

  • Guarda il trailer del film:

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