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Dietro le quinte del primo test in F1 di Kimi Antonelli

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Durante il Gran Premio d’Austria, l’Hotel Schönberghof è una meta imperdibile. Situato a pochi minuti a piedi dall’ingresso del paddock, su una collina che domina la pista di Spielberg, qui potrete incontrare diversi personaggi della Formula 1.

Lo scenario cambia completamente quando non si gareggia sul circuito, come è avvenuto un martedì dello scorso aprile. La primavera sta arrivando molto lentamente in questa regione, i vestiti sono ancora caldi e l’atmosfera ricorda quella dei test invernali di Barcellona.

Il ristorante dell’Hotel Schönberghof è aperto e ad uno dei tavoli si sente qualcuno parlare italiano e inglese. Kimi Antonelli passa con disinvoltura dalla sua lingua madre all’inglese per parlare con Stéphane Guérin, consulente Mercedes al suo fianco fin dai suoi primi passi in monoposto.

“Cotoletta alla milanese per tutti?”si chiede Antonelli, e il tavolo è d’accordo all’unanimità. Tra dodici ore salirà per la prima volta su una vettura di Formula 1, la Mercedes W12 che Lewis Hamilton guidò durante la folle stagione 2021.

In ogni carriera, ci sono giorni che ti segnano per sempre e che arrivano inaspettatamente. Il primo test al volante di una F1, per tutti i piloti che hanno avuto questa opportunità, è un ricordo destinato a rimanere impresso per sempre nella loro memoria.

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Kimi Antonelli con un ingegnere.

Foto di: Mercedes AMG

Non c’è traccia di nervosismo nell’aria, probabilmente i suoi genitori Marco e Veronica lo stanno mascherando molto bene. Antonelli mantiene la calma, parla dalla sua poltrona, “sembra molto comodo”rimarca il giovane italiano, o il tempo, “forse dovrò fare i miei primi giri al volante di una vettura di Formula 1 con gomme da bagnato”spiega a suo padre e sua madre.

Antonelli non sa ancora che non sarà solo la pioggia ad accompagnarlo in questo primo test, perché nel pomeriggio farà capolino anche la neve. A tavola divora la sua cotoletta alla milanese ma non si abbandona a dolci o bevande diverse dall’acqua naturale. Suo padre Marco rompe il silenzio calato chiedendo: “Cosa ti hanno detto gli ingegneri?”. “Il programma dipenderà dal tempo”risponde Antonelli. “Sono stato sorpreso di vederli tutti molto entusiasti”.

Alla vigilia del suo primo test in F1, Antonelli ha già memorizzato i nomi di tutti gli ingegneri con cui lavorerà. Ha chiesto alla Mercedes un fascicolo contenente tutto il personale che avrebbe incontrato in pista, abbinando i nomi ai volti, un modo per accelerare il processo di integrazione all’interno della squadra.

Mentre la cena volge al termine, Antonelli racconta aneddoti sulla stagione di Formula Regional conclusasi solo sei mesi fa, e le difficoltà incontrate nei primi tre fine settimana in Formula 2, affrontati con una vettura non ancora al top. Dopo un bacio ai genitori, il 17enne si ritira poi nella sua stanza.

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Andrea Kimi Antonelli guiderà con la numero 12 il prossimo anno in F1.

Foto di: Mercedes AMG

Il giorno dopo piove. Quando Antonelli, alle 8 del mattino, apre la porta del box Mercedes, rimane sconcertato: “Tutte queste persone sono qui per me?”. Non ci sono ospiti, solo il personale necessario, tutto si svolge a porte chiuse. Ma per qualcuno che viene dai paddock delle categorie inferiori, sono tante persone. Per un test di F1, ci sono circa 30 persone ai box, tra ingegneri, meccanici, telemetri, ecc.

Fa eccezione per l’autore di queste righe, una vecchia promessa fatta ad Antonelli durante la sua prima stagione in monoposto: “Voglio esserci il giorno in cui guiderai per la prima volta una vettura di Formula 1”. Era solo questione di tempo, ma il giovane italiano ha saputo dettare il ritmo.

Cammina con disinvoltura, saluta tutti e chiacchiera, commentando la quantità di pioggia sul sentiero. “Penso che sia davvero tanto.”ammette. “Spero di poter guidare, anche con le gomme da bagnato, ma voglio girare”. Alle 9 precise gli ingegneri gli danno libero sfogo: Antonelli si mette il casco e sale lentamente in macchina.

Nove minuti dopo i meccanici tolgono le termocoperte, la pressione aumenta e ad Antonelli tremano leggermente le mani. È in questo momento che comincia a prendere forma l’opera di una vita. Per il momento è solo uno schizzo, ma è uno schizzo indelebile. Suo padre Marco, noto per essere un tipo duro, non riesce a nascondere un pizzico di emozione, allora mette tutto da parte e si prepara a guardare gli orologi.

Antonelli conclude il primo run, di pochi giri, seguito da un veloce debriefing con gli ingegneri. È impressionante vedere un giovane di 17 anni rispondere in modo così rapido e preciso alle domande degli ingegneri riuniti attorno a lui. Poi si prende una pausa.

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Kimi Antonelli durante il suo primo test in F1.

Foto di: Mercedes AMG

“È fantastico… non importa quanto siano difficili le condizioni, senti subito che più spingi, più la macchina rimane attaccata al suolo. Quando esci da una curva, ti rendi conto che avresti potuto andare più veloce, e poi la frenata… il grip in curva nonostante le gomme da bagnato, è pazzesco, mamma mia”spiega Antonelli.

Una brioche, una spremuta d’arancia e di nuovo in macchina. Al termine del secondo run, il sorriso appare sui volti degli ingegneri, soprattutto quello di Riccardo Musconi, il responsabile della squadra che ha effettuato i test, originario di Imola. Ad Antonelli vengono mostrate le immagini di bordo scaricate dalla telecamera posizionata sulla vettura, e il giovane pilota anticipa le loro osservazioni: “Ecco, penso di aver esagerato”dice ridendo, e gli ingegneri, di fronte alla sua sincerità, non possono che annuire.

Vediamo come l’espressione di Antonelli diventa più serena man mano che le prove vanno avanti. Le sue mani non tremano più e inizia a godersi il momento. Arriva la pausa pranzo e comincia a nevicare. Antonelli non vuole fermarsi. Coglie l’occasione per chiedere se può fare qualche giro con la macchina stradale di suo padre Marco.“Che ne dici, se faccio qualche trucchetto, qualcuno si arrabbierà?”

Una volta ottenuto il via libera, sale in macchina con il padre seduto accanto e si avvia in pista. Marco Antonelli ha indossato molte più gomme di Kimi, esperienza che gli permette di dare consigli adeguati al figlio, viste le condizioni molto difficili della pista.

I due si scambiano le opinioni sulle traiettorie, sui cordoli da prendere e su quelli da evitare, poi Kimi arriva un po’ largo in staccata di curva 4. Il padre anticipa il rischio di finire nella ghiaia e gli lancia un severo avvertimento: “Stai attento! Finiremo per seppellirci qui e faremo una brutta faccia…”. Kimi ride: “Sembra che qualcuno abbia paura, eh?”

Dopo alcuni giri, dopo che le gomme avevano preso un bel colpo, i due uomini rientravano ai box. La neve continua a cadere e il programma è rimandato al giorno successivo. “Hai visto se i miei genitori erano emozionati?”si chiede Antonelli. Dopo aver ricevuto una risposta affermativa, ammette di esserlo anche lui: “Sai, ieri sera a cena, forse non me ne sono ancora reso conto, ma oggi… beh, quando [les ingénieurs] ho smontato la macchina per il primo giro, è stato un mix di tensione e gioia.”

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Kimi Antonelli con i suoi genitori.

Foto di: Mercedes AMG

Il battesimo piovoso è finito. I genitori salutano il figlio e partono in macchina per recarsi sul circuito del Mugello, per gestire la squadra di famiglia iscritta al campionato italiano di Formula 4.

Antonelli si sta preparando per la seconda giornata di test, con il meteo che gli ha concesso un po’ di tregua permettendogli finalmente di utilizzare per la prima volta le gomme slick. Sorride. A 17 anni Antonelli è un giovane poliedrico. Da un lato il professionista, capace di convincere la Mercedes a concedergli un’opportunità rarissima nel mondo del motorsport. Dall’altro, un adolescente a cui piace restare in disparte.

“Sai cosa mi è diventato chiaro dopo quel giorno? Ho capito perché ci sono mille persone che lavorano affinché una macchina di Formula 1 possa correre in pista”spiega. “Oh, e mandami il video che hai girato mentre spaventavo mio padre!”

Poi si allontana, indossando un completo nero perfettamente aderente, per l’ultimo briefing tecnico della giornata.

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