POLITICA – Il confronto resta, in tempi di crisi, il modo migliore per risolvere i conflitti. Da quando i socialisti si sono isolati dal resto della sinistra rifiutandosi di votare la prima mozione di censura contro il governo Bayrou, la prognosi vitale del Nuovo Fronte Popolare sembra ogni giorno più impegnata. I deputati continuano a chiederlo, ma l’alleanza di sinistra vacilla, messa alle strette sotto il peso di disaccordi tattici e strategici, più che programmatici.
Perché i politici non osano affrontare le condizioni di vita dei pensionati
Nel tentativo di mettere olio sugli ingranaggi, La France insoumise ha annunciato mercoledì 22 gennaio che proporrà presto ai suoi alleati “incontri bilaterali”. A differenza delle interviste che fino ad allora venivano fatte principalmente a quattro persone, l’idea questa volta è quella di confrontare ciascun gruppo parlamentare di sinistra con le proprie responsabilità. Gli Insoumi dicono di volerlo fare “con chiarezza, coerenza e rispetto della parola data”. Prendere un’altra strada sarebbe “aprire la strada maestra al Raduno Nazionale”scrivono i melenchonisti nel loro comunicato stampa.
I socialisti che non hanno votato la mozione di censura sono accusati di aver permesso al governo di farlo “continua la sua opera di distruzione”, registrandosi in questo modo “in grave rottura” con la PFN. Le uscite mediatiche di diversi ministri negli ultimi giorni (Bruno Retailleau che promette di farlo “toccare” all’AME in particolare) rafforzano la posizione degli Insoumi. “Scelta solitaria”mancanza di “consultazione”, “trappola cruda” concessioni ottenute… Non lesinano le parole per sopraffare i socialisti.
“Opposizione di sinistra nei collegi elettorali”
È possibile un ritorno a rapporti sereni e pacifici? Interrogato dai giornalisti parlamentari il 22 gennaio, Boris Vallaud ha ribadito il suo attaccamento al PFN: “Credo nell’unità della sinistra”. Già qualche giorno fa il presidente del gruppo Ps aveva spiegato di non volere “cambiare alleanza o schieramento”. “Restiamo all’opposizione”ha assicurato.
Ma i vicini di Jean-Luc Mélenchon reclamano un intervento. Il voto sul bilancio, secondo loro, costituirà “il momento della verità”. “Se i deputati socialisti si rifiutassero nuovamente di censurare il governo di François Bayrou, romperebbero definitivamente con il Nuovo Fronte Popolare. Confermerebbero un cambio di alleanza e non potrebbero più rappresentare l’opposizione di sinistra nei loro collegi elettorali”dicono.
Per il momento, i presidenti degli altri tre gruppi di sinistra (Boris Vallaud per il PS, Cyrielle Chatelain per gli Ecologisti e André Chassaigne per la DDR) non hanno reagito a questa richiesta di “incontri bilaterali”. Davanti a diversi giornalisti, il capo del gruppo verde ha comunque confermato che era necessario “restituiscono istanze di dialogo” oh sii tu PFN. « L’unità è fondamentale, dobbiamo lavorare per rafforzarla, consolidarla e non cercare di farla saltare”ha spiegato, rifiutandosi però di permettere che ciò avvenga “tramite comunicati stampa”. La battaglia a sinistra non è finita.
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