mentre forniscono aiuto, i volontari affrontano anche rischi per la salute

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Migliaia di spagnoli hanno preso l'iniziativa per aiutare nelle zone disastrate. Una generosità che non è priva di conseguenze. Si espongono al rischio di incidenti o malattie.

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Pubblicato il 03/11/2024 08:26

Tempo di lettura: 2 minuti

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Un uomo distribuisce cibo e altre forniture a Benetusser, nella regione di Valencia, nella Spagna orientale, il 2 novembre 2024 (MANAURE QUINTERO/AFP)

Dopo le catastrofiche inondazioni in Spagna, le autorità sono preoccupate per i rischi per la salute. Le colate di fango che hanno ucciso almeno 213 persone potrebbero causare malattie. A Chiva, una delle località più colpite, il rischio è palpabile per i residenti e per coloro che sono accorsi per aiutarli.

Sabato 2 novembre, intorno a mezzogiorno, la cittadina è stata molto vicina ad una nuova tragedia, 16 volontari sono stati soccorsi in un garage vicino ad una macchina per togliere l'acqua e due di loro sono in gravi condizioni. “Tutto a causa della mancanza di ventilazione nel garage. Sono soffocati con la macchinadice il vicesindaco. Naturalmente sono pieni di buona volontà nell'aiutare, ma a volte l'aiuto che vogliono fornire ha delle conseguenze perché non sono professionisti.”

Questo è il problema, giudice Gador, residente, scopa in mano. Secondo lei mancano professionisti: “C'è una grande mancanza di informazioni. Alla fine il popolo si è arrangiato da solo”. Gador ritorna dalla zona industriale devastata e scende nel centro cittadino quasi ripulito. Un sottile strato di fango ricopre ancora il selciato. Si imbatte in queste migliaia di volontari con le loro pale e rastrelli.

“Il lavoro più importante lo abbiamo fatto noi”.

Gador, un volontario

su franceinfo

Le autorità chiedono ai volontari di indossare maschere, guanti e lavarsi le mani regolarmente. “Ci proviamo, ma è complicato farlo sempre. Stai facendo mille cose contemporaneamente, aiutando una parte poi l'altra, quindi non puoitestimonia Alberto, con l'aria agitata e un po' stanca. Ora stiamo soffrendo per la seconda ondata di pioggia e per un possibile avvelenamento dell'acqua se non ci laviamo le mani, non tocchiamo nulla e non lo mettiamo in bocca.”

Intrappolato nella sua auto, Alberto ha rischiato la morte martedì. Da adesso in poi la sua ansia riguarda la mancanza di acqua potabile. Continuano le distribuzioni di bottiglie in municipio, “ma per quanto tempo?”si chiede.


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