Pubblicato il 20/01/2025 22:14
Aggiornato il 20/01/2025 23:01
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La quarantenne ha testimoniato lunedì sera su France 2 sulla difficoltà di essere “figlio di uno dei più grandi predatori sessuali, controbilanciata però dal fatto di essere figlia di Gisèle [Pelicot]”.
Caroline Darian, figlia di Gisèle e Dominique Pelicot, è stata ospite di “20 Heures” di France 2, lunedì 20 gennaio, in occasione della messa in onda, martedì sera, del documentario Sottomissione chimica: affinché la vergogna cambi latoa cui ha partecipato. Dalla scoperta dalle due foto che la ritraggono nel computer di Dominique Pelicot, nel novembre 2020, la quarantenne è convinta di essere stata drogata e forse anche violentata sessualmente dal padre, o addirittura da sconosciuti. Un’accusa che ha negato durante del cosiddetto processo per stupro Mazan.
Caroline Darian parla della difficoltà di essere “il figlio di uno dei più grandi predatori sessuali, ma controbilanciato dall’essere figlio di Gisèle [Pelicot]che è stato ammirevole nell’aprire le porte” del processo. Una decisione che dice di aver ampiamente sostenuto. “Ho sempre detto a mia madre di non chiudere queste porte, per il semplice motivo che sarebbe stato un vero regalo, sia per Dominique Pelicot, ma anche per gli altri 50” uomini accusati, tutti giudicati colpevoli, dice Caroline Darian.
“È un’eroina dei giorni nostri, che ha l’età che ha oggi, 72 anni. Ha potuto venire ogni giorno durante il processo per affrontare questi crimini atroci, dal vivo, attraverso i video” trasmessa in tribunale, la figlia di Gisèle Pelicot racconta di sua madre.
Caroline Darian ha trasformato la sottomissione chimica in una lotta. Lo spiega mentre scrive il suo libro E ho smesso di chiamarti papà – pubblicato nel 2022 – doveva incontrare un certo numero di vittime. “Mi sono reso conto che in realtà la piaga della sottomissione chimica era un vero e proprio problema sociale e di salute pubblica”spiega. In Francia, “Non disponiamo di statistiche chiare sul numero di vittime che ciò rappresenta. Ma si tratta senza dubbio (…) di migliaia di vittime. E avviene soprattutto non nell’ambito festivo, ma in quello domestico e intrafamiliare”aggiunge Caroline Darian.
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