CRITICA – Il filosofo consegna un breve testo autobiografico sulla sua insonnia, fonte di ansia e riflessione.
« Non dormire è un dovere”scrive Bernard-Henri Lévy al termine di un tagliente testo autobiografico in cui si sforza di dipingere il ritratto dell’attento filosofo. Alla fine, stanco di non riuscire a dormire, questo amante dei concetti finì per riconoscere nella sua insonnia motivi nobili: metafisici, teologici, letterari, politici e persino atletici. La filosofia è uno sport da combattimento: sembra pensare, con certi grandi campioni, che una notte intera di otto ore sarebbe dannosa per la sua forma fisica. La parola “ giorno prima», come le veglie dei monaci che vigilano la notte, rimanda al latino “vigere”, avere vigore. E come la “notte custodita”. » – cioè veglia al massimo grado – che Bernard-Henri Lévy conserva nel suo libro, pensando a Emmanuel Lévinas, che legava il sonno non a una perdita di«vigilanza»ma con la voglia di farlo” fuga “ che ha ispirato il suo primo…
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