L’Isola d’Oro di Saint-Raphaël nel Var intriga e affascina con la sua storia venata di leggende. Si dice che la sua famosa torre abbia ispirato Hergé in particolare per L’Ile Noire, il suo settimo volume delle avventure di Tintin. Mito o realtà? Facciamo il punto sul 10 gennaio, Giornata Mondiale Tintin!
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“CCiò di cui siamo sicuri è che Hergé è venuto nella regione e ha visto l’Ile d’Or.”esordisce subito Renée Zucco, storica, specialista di Saint-Raphaël.
Questa è una delle rare certezze che abbiamo su questo gioiello della Costa Azzurra. Fin dall’inizio, la sua storia è raccontata sulla base di una leggenda.
“Si dice che l’uomo che fece costruire la torre, Auguste Lutaud, vinse l’isola dopo una partita a carte e una bouillabaisse ubriaco con un uomo chiamato Léon Sergent. Fu il primo proprietario a privarsi dell’isola, quando era ancora solo un mucchio di sassi”spiega Renée Zucco.
Questa sera tra i due uomini sicuramente esisteva, ma non è vincendo una semplice partita che Auguste Lutaud ha ottenuto l’Isola d’Oro. “Dai testi risulta che l’ha comprato per 800 franchi”sottolinea lo storico.
Una volta acquisita l’isola, Auguste Lutaud ha una sola idea in mente: costruire lì una torre. Da dove viene questa ossessione? Ancora una volta, mistero.
“Probabilmente è dovuto al tempo trascorso lì Toscana. Laggiù, c’è molte città con questo tipo di tour del genere che simboleggiano il potere e l’autorità nel villaggio. Ma non ne abbiamo certezza…”nota Renée Zucco.
Durante l’inaugurazione della torre, Auguste Lutaud si autoproclamò ‘Auguste 1ᵉʳ, sovrano dell’Isola d’Oro
Renée Zucco, specialista in storia di Saint-Raphaël.
Fece costruire questa torre quadrata in pietre rosse nel 1909. “Molto prima che Hergé arrivasse in Costa Azzurra”insiste lo storico, senza specificare l’anno in cui l’autore belga avrebbe messo piede sulle spiagge del Mediterraneo.
“Quando vediamo la bellezza dell’Isola d’Oro, capiamo che qualcuno potrebbe volerne ispirare”diapositiva Renée Zucco. Lo storico ammette che gli piace credere che l’Isola Nera di Hergé sia l’Isola d’Oro di Saint-Raphaël. “Ma sono consapevole che si tratta di una leggenda metropolitana.”sottolinea.
Con l’amico Antoine Bertani, tuttavia, si propone di dimostrare la somiglianza tra l’isola di Raphaël e quella di Hergé, teatro del suo settimo volume delle avventure di Tintin, pubblicato nel 1937. I due uomini realizzano così un fotomontaggio esposto la Maison des Carriers, un piccolo museo di cui hanno avviato la creazione, a Saint-Raphaël.
“Non si può negare che ci sia una notevole somiglianza”giudice Renée Zucco. Con una risata, mette comunque le sue parole in prospettiva: “i Bretoni dicono che si sia ispirato alla loro Isola Nera, situato nella baia di Morlaix; e anche gli scozzesi rivendicano diverse delle loro isole come possibili fonti di influenza… Tutti difendiamo il nostro pezzo di grasso”.
Anche se l’Isola d’Oro potrebbe non aver ispirato Hergé, oggi ha attirato l’attenzione degli artisti. COME Pascal Borsotto, fotografo, che ama immortalarlo in diversi momenti della giornata. “Durante i tramonti e le albe, è lì che è ancora più bello”precisa.
Originario di Saint-Raphaël, Pascal Borsotto non esita a parlare di quest’isola come di un “membro di [sa] famiglia”. “La vedo sempre, è magica”, aggiunge.
Virginie Menuet lo descrive piuttosto come “misterioso”. RAphaëlois da sempre, il pittore dice di non stancarsi mai di ammirarlo durante le sue poche passeggiate nei dintorni. Ore trascorse a guardarla hanno ispirato una serie di acquerelli.
“Mi piace il colore rosso della sua roccia che si riflette nel mare, è magnifico ed è questo che mi commuove”assicura.
Per il pittore, sono le leggende che scandiscono la storia dell’Isola d’Oro, ma anche il fatto che nessuno possa visitarla, a conferirle un’aria misteriosa. “Contribuisce al suo mito”sostiene.
Da Léon Sergent e Auguste Lutaud,l’isola infatti è sempre rimasta di dominio privato. Ed è quasi caduto in disuso.
La sua torre soffrì durante la seconda guerra mondiale. Era stato danneggiato da diversi bombardamenti e il figlio Lutaud, l’erede, non era riuscito a ottenere i fondi necessari per risanarlo.
È stato François Bureau a essere il suo salvatore. Aveva partecipato allo sbarco del 15 agosto 1944 sulla spiaggia di Dramont, di fronte all’Ile d’Or, ed era poi tornato in vacanza in questi luoghi. Fu così che rimase affascinato dall’isola e dalla sua torre.
L’ex soldato lo acquistò poi dal figlio di Auguste Lutaud, poi restaurò la torre.
Ancora oggi l’Isola d’Oro appartiene alla famiglia Ufficio che lo mantiene; lasciando così ai passanti la frustrazione di non entrarvi, ma il piacere di ammirarne la bellezza.
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