Lanciato il 19 dicembre, il movimento di sciopero dei dipendenti dell'Opera di Parigi si è concluso martedì 24 dicembre. È stato firmato un protocollo d'intesa con la direzione e gli spettacoli previsti per questa settimana avranno luogo.
Lo sciopero dei dipendenti dell'Opera di Parigi per protestare contro la “carenza cronica di personale” si è concluso martedì 24 dicembre in seguito a un memorandum d'intesa firmato con la direzione, si apprende da fonti attendibili.
“Lo sciopero è revocato e gli spettacoli Rigoletto (Verdi/Claus Guth) e Play (Alexander Ekman), minacciati da un avviso di sciopero in vigore fino alla fine dell'anno, si svolgeranno martedì sera all'Opéra Bastille e all'Opéra Garnier “, ha detto la direzione all'AFP.
“L'avviso di sciopero in vigore fino al 31 dicembre è stato revocato in seguito a questo memorandum d'intesa e al voto dei dipendenti nelle assemblee generali delle due sale”, ha confermato Régis Cochennec del sindacato Sud Spectacle.
“Diversi progressi” ottenuti secondo Sud Spectacle
Iniziato giovedì scorso dai dipendenti per denunciare la “carenza cronica di personale” all'interno dell'istituzione, lo sciopero si è concluso martedì “dopo trattative che hanno portato a diversi progressi”, ha spiegato il funzionario sindacale.
Gli scioperanti hanno denunciato servizi “incruenti” dovuti ad una politica di riduzione del numero dei posti che “mette in ginocchio l'opera”, secondo Cochennec.
Hanno ottenuto “che 50 posti vacanti dal 2022 siano coperti entro il 30 giugno 2025 e la riduzione a cinque posti del divario tra il tetto occupazionale di 1.484 posti, imposto all'Opera dal Parlamento, e il tetto della “casa”, che ha solo Sono stati lavorati 1.459 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno”, ha spiegato. Finora questo divario era di 25 posizioni.
Secondo Cochennec, la direzione si è anche impegnata a “rafforzare sette posti a tempo determinato in caso di sovraccarico di lavoro e di grandi produzioni”.
I lavoratori e i loro rappresentanti hanno inoltre ottenuto “un incontro l'8 gennaio presso il Ministero della Cultura, l'autorità di controllo, al quale intendono chiedere un aumento del tetto occupazionale”, secondo questo rappresentante sindacale.
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