Pubblicato il 15 dicembre 2024 alle 11:38. / Modificato il 15 dicembre 2024 alle 11:44.
3 minuti lettura
Creato nel 1938, Spirou ha già avuto una decina di acquirenti. Da mezzo secolo lottano per uscire dall’ombra di Franquin che, negli anni Cinquanta, portò il piccolo fattorino a vette senza precedenti. Una nuova squadra, formata da Benjamin Abitan e Sophie Guerrive (sceneggiatura) e Olivier Schwartz (disegno), a sua volta accusa l’impossibile emancipazione. Uscito due anni fa, La morte di Spirou seguito il Tana della Moray (1957) con il tocco essenziale della postmodernità: Spirou sprofonda ripidamente nel fondo dell’abisso, lasciando Fantasio a riprendere in solitaria il filo delle loro avventure tragicamente interrotte…
Bene, Philip K. Dick è stato lì, gli studi americani lo hanno integrato nei loro prodotti e tutti hanno visto Spider-Man o Doctor Strange capriolare nel multiverso. Spirou è morto, certamente, ma su un piano di realtà virtuale. La memoria del futuro lo riporta in vita, nel 1958, cioè nel momento del suo apice e dell’Esposizione Universale di Bruxelles. Si tratta ovviamente di un avatar, il vero Spirou sogna a 200 metri di profondità a Korallion, la città sottomarina.
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