Due giovani mormoni si ritrovano isolati nella casa di un machiavellico sessantenne che metterà alla prova le basi della loro fede. Dispettoso thriller psicologico uscito il 27 novembre, “Heretic” si affida all’arte della retorica e offre alla star delle commedie romantiche un giubilante controuso.
L’orrore e la religione sono sempre andati bene insieme. Da “L’Esorcista” al recente “Immaculée”, passando per “La Maledizione” e altri “La Monaca”, il cinema, arte di credere per eccellenza, si è logicamente divertito a mettere in discussione i fondamenti della fede. Nuovo esempio con “Heretic”, una produzione A24 che ci porta in una piccola cittadina del Colorado circondata da montagne.
Dopo una giornata infruttuosa, due giovani missionarie della chiesa mormone, la sorella Barnes (Sophie Thatcher) e la sorella Paxton (Chloe East), suonano il campanello di un certo signor Reed (Hugh Grant). L’affabile sessantenne invita i due a entrare, rassicurandoli dicendo che sua moglie sta cucinando una torta di mirtilli. Caute, le signorine accettano e scoprono una casa buia, quasi senza finestre.
Il teologo comincia allora a interrogarli sui fondamenti della loro fede prima di dimostrare, con totale erudizione, che i monoteismi e i loro surrogati, proprio come i miti precedenti, ripetono gli stessi motivi in una sorta di variazione finalizzata a un solo obiettivo: il controllo. Quanto alla moglie, come la torta di mirtilli, come puoi immaginare, sono solo esche.
Una porta psicologica chiusa
Dietro porte chiuse, sia geografiche che psicologiche, particolarmente inquietanti, sorrette da una messa in scena precisa che abbraccia il carattere sempre più claustrofobico del film, “Heretic” propone una prima parte affascinante, preferendo ai facili effetti di terrore una tensione progressiva, un crescente un disagio che si affida interamente all’arte della retorica, del discorso, del linguaggio.
L’attacco frontale alle religioni lanciato da Reed si accompagna alla messa in discussione del plagio, in particolare dalla canzone “Creep” dei Radiohead, ma anche dal gioco del Monopoli, che tende a sottolineare che ogni sistema di credenze si basa sulla manipolazione, marketing puro, capitalismo insomma.
L’idea geniale dei cineasti Scott Beck e Bryan Woods (autori del nanardesco “65 – La terra prima”) è quella di aver fatto appello a Hugh Grant, al quale daremmo il buon Dio senza confessione. Giocando con delizioso giubilo questo signor Reed che oscilla tra affascinante cortesia e autentico sadismo, la star di “Notting Hill” mette tutta la simpatia che la sua persona ispira al servizio di un diabolico sessantenne che pretende di denunciare il sessismo, l’ipocrisia della religione e dei suoi ciarlatani. Il tutto mentre lui stesso esercita un dominio patriarcale sulle donne che hanno la sfortuna di ritrovarsi nella sua fortezza. Di fronte a lui, Sophie Thatcher e Chloe East riescono a far nascere due giovani sorelle che si rivelano molto più complesse del previsto.
Il sogno della farfalla
Chiaramente sotto l’influenza di “Il silenzio degli innocenti”, le due sorelle e il signor Reed ripropongono in chiave giocosa e religiosa il confronto tra Hannibal Lecter e Clarice Starling, “Heretic” adotta successivamente una direzione meno convincente, portando i suoi personaggi nel scantinati della casa per un bizzarro test sui concetti di miracolo e resurrezione. Più vicino al film horror medio, il film diluisce il suo interesse iniziale in una serie di colpi di scena più artificiali che realmente significativi.
Avremmo voluto che il film mantenga le promesse delle sue premesse e spinga al limite il potenziale sovversivo del suo soggetto, per avvicinare ancora di più la giostra intellettuale tra il signor Reed e i suoi due ospiti recalcitranti, avvicinandosi a un monologo che ad un duello verbale.
Tuttavia, l’ambiguità inquietante di “Heretic” continua anche dopo la sua immagine finale, un’immagine che deve essere collegata a questo “Butterfly Dream” menzionato da Mr. Reed, una parabola cinese in cui un uomo si chiede se sta sognando di essere un farfalla o se è una farfalla che sogna di essere un uomo. Un finale aperto, che permette molteplici interpretazioni, che chiude questo film diabolicamente contorto, ben al di sopra della media.
Rafael Lupo/sc
“Heretic” di Scott Beck e Bryan Woods, con Hugh Grant, Sophie Thatcher, Chloe East. Nei cinema francofoni dal 27 novembre 2024.
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