Nostalgico della Parigi che conosceva, lo stilista riattiva uno dei suoi personaggi preferiti.
Due anni dopo aver completato la sua serie di punta Adèle Blanc-Sec, Tardi sembra riportare l’attenzione al suo passato creativo. In effetti, riporta nel circuito l’altro suo personaggio preferito, il detective Nestor Burma.
Se questo è stato creato dallo scrittore Léo Malet, il disegnatore gli ha dato il suo volto e ha amplificato le sue indagini in adattamenti ancora più avvincenti grazie al suo senso di ricostruzione maniacale. Quasi un quarto di secolo dopo Mi hai visto come un cadavere? la sua ultima Birmania, e dopo aver passato il testimone a Emmanuel Moynot o Nicolas Barral, Tardi si diverte a passeggiare in privato nel quartiere parigino dove vive lui e il cantante Dominique Grange, il 20.
Lanciato dal suicidio di una cliente venuta a confessare il crimine del marito negli uffici del detective, Rififi a Ménimontant è una creazione pura che non si basa su alcun romanzo di Malet. È una passeggiata gioiosa in cui la Birmania fa più inversioni a U e si ferma al bar per raccogliere informazioni dal bancone.
Se lo stilista rivolge numerosi ammiccamenti ai suoi amici e ad altre figure prestigiose, conduce quest’avventura con un umorismo sarcastico degno del restante anarchico di sinistra. Probabilmente non è una coincidenza che in Birmania, dove l’azione si svolge alla fine di dicembre, ci siano delinquenti travestiti da Babbo Natale. Rendiamo omaggio al lavoro di Jean-Luc Ruault che dona dei bei colori a questa Birmania inevitabilmente vintage.
Rififi a Ménilmontant de Jacques Tardi (Casterman), 192 p., 25 €. In libreria.
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