l’essenziale
“Il Regno” di Julien Colonna è il film da non perdere. Amaro, potentemente straziante. In Corsica, una storia di clan, corsa e amore tra un padre e sua figlia.
“L’idea del film mi è venuta quando ho saputo che sarei diventato papà. Poi ho pensato al bambino che ero stato e mi sono chiesto che papà sarei diventato. Un ricordo m Poi mi è tornato in mente: io Avevo dieci anni, andavo in campeggio con mio padre in campagna. Mi trovavo benissimo, la prendevo come una vacanza, infatti, capii dopo che era un’altra cosa. Mio padre, in fuga, cacciava , si era nascosto.”
“Il Regno”: questo film non è propriamente autobiografico ma Julien Colonna, che lo ha scritto con Jeanne Herry, ha cercato nella sua memoria d’infanzia per raccontare, se non quello che ha vissuto, almeno quello che ha provato. Figlio di “Jean-Jé”, considerato l’ultimo “padrino” della Corsica-du-Sud, morto nel 2006, Julien ha ripercorso i suoi ricordi per raccontare, in un film amaro, potente e inquietante, gestito come una vendetta ben pianificata, ciò che sta accadendo figlio di un fuorilegge. E testimonia com’è veramente la vita di un gangster. E quello della sua famiglia…
“Il corso è la lingua del silenzio”
Corsica, luglio 1995, inizio delle vacanze. Lasciato da sua zia all’incrocio di sentieri rocciosi, Lesia, 15 anni, viene portata da un uomo in moto in una grande villa dove trova suo padre, capo clan nascosto insieme ai suoi uomini. Un padre con cui non convive, di cui sa poco e che scoprirà durante questa estate quasi iniziatica e molto speciale. . . In questo ambiente di uomini, Lesia si farà piccolissima, servirà il caffè, ascolterà, osserverà. Alla televisione, al telegiornale, vede che l’uomo che era al loro tavolo il giorno prima è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Decifrerà i silenzi, tutto ciò che viene detto con parole ovattate. “Il corso è la lingua del silenzio”, spiega sorridendo Julien Colonna. Un’altra morte, dovremo trasferirci, andare altrove. Con suo padre fugge, nel suo mondo di violenza, a volte cacciatrice, a volte braccata. E lei inizierà a conoscerlo, a capirlo e ad amarlo…
Proiettato a Cannes, “The Kingdom” ha suscitato applausi. Teso, senza fiato, sotto costante pressione, il film prende in prestito i codici del genere del film di gangster per superarli meglio. E portarci altrove, nel cuore del rapporto padre-figlia, con la questione della trasmissione ma anche direttamente nella vita di coloro che sfidano le leggi. Con mafiosi che qui non vengono né sacralizzati né eroizzati, che non conducono una vita di lusso e denaro che scorre liberamente, ma come mostra Julien Colonna “Una vita lontana dalla vita. Una vita nascosta, una vita di stalking. Una vita di paura. Questi gli esseri sono penitenti della propria vita. Ne pagano il prezzo e lo fanno pagare anche alle loro famiglie. E prosegue: «Lontano dall’immagine solitamente ritratta, ho voluto dissacrare la figura del bandito per far emergere le drammatiche conseguenze che questa vita comporta per le persone care, i genitori, i figli, la moglie. Una vita di dolore, paura e solitudine. . Se i giovani riescono a sentire questo messaggio…”
Al termine di un casting in Corsica, Julien Colonna ha trovato straordinari i suoi interpreti non professionisti.
Impossibile dimenticare Saveriu Santucci come padre e capoclan. Quanto alla voce dolce e infantile e allo sguardo verde abissale di Ghjuanna Benedetti che interpreta Lesia, seguiranno lo spettatore molto tempo dopo la proiezione…
“Il Regno” di Julien Colonna, attualmente nelle sale.
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