scuola d’arte
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L’istituzione parigina si mobilita contro un progetto di fusione, ideato dal ministero di Rachida Dati, con la vicina scuola di architettura. Studenti e insegnanti temono che ciò nasconda una riforma del modello educativo del liceo artistico e ritardi i lavori ritenuti urgenti.
Da metà ottobre circola una petizione che ha già raccolto 1.500 firme, tra cui nomi prestigiosi dell’arte contemporanea, da Annette Messager a Nina Childress, passando per Tristan Garcia e Giuseppe Penone, e l’intera comunità docente di Belle Arti di Parigi. Mercoledì 13 novembre gli studenti e gli insegnanti della scuola si sono riuniti per un’assemblea straordinaria. La causa? Il progetto “campus d’arte e architettura” del Ministero della Cultura, che prevede il riavvicinamento delle Belle Arti con la sua vicina, la Scuola Nazionale di Architettura (ENSA) Paris-Malaquais, che ospita nello stesso sito 900 studenti. “Stiamo parlando di ricollocare le collezioni, riformare il modello educativo, spostare alcuni laboratori in periferia, la petizione è quindi allarmata. È un vero e proprio smantellamento delle Belle Arti quello in corso, contro la volontà della sua comunità e dei suoi dirigenti. Fa parte di una politica di standardizzazione e riduzione dell’educazione artistica che colpisce tutte le scuole d’arte in Francia.
In primo piano, la lettera di missione affidata il 5 luglio, due giorni prima del secondo turno delle elezioni legislative anticipate, al collezionista d’arte e imprenditore Laurent Dumas, appena nominato presidente del consiglio di amministrazione delle Beaux-Arts, e a Pierre-Paul Zalio, presidente del Campus Condorcet e membro del consiglio di amministrazione dell’ENSA. Spetta a loro immaginare per metà dicembre i primi abbozzi di a “Campus des Arts e
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