Alla cerimonia funebre dell’illustre figlio di Mokouango, nel distretto di Pikounda, dipartimento del Sangha, hanno partecipato membri del governo, in particolare il Ministro dell’Istruzione Tecnica e Professionale, Ghislain Thierry Maguessa Ebomé; il Ministro degli Affari Sociali, della Solidarietà e dell’Azione Umanitaria, Irène Marie-Cécile Mboukou Kimbatsa; così come i deputati e senatori del dipartimento del Sangha (dipartimento natale di Michel Boyimbanda); e l’ufficio dell’Unione dei Musicisti Congolesi guidato dal suo presidente, Pape God. La Repubblica Democratica del Congo era rappresentata dal Ministro della Cultura, delle Arti e del Patrimonio, Yolande Elebe Ma Ndembo, così come dall’ufficio dell’Unione dei Musicisti Congolesi guidato dal suo presidente, Adios Alemba, e dal decano della musica, Jeannot Bobenga. .
Nel pronunciare l’orazione funebre dell’uomo che chiamava affettuosamente “Vieux Bobo”, “Vieux Michaud”, il Consigliere sportivo del Capo dello Stato congolese, Pascal Akouala Goelot, ha sottolineato all’inizio del suo discorso che “L’omaggio che ci riunisce questa mattina è una comunione di cuore e di spirito. È la solenne testimonianza del riconoscimento della Repubblica del Congo a un monumento della nostra cultura, un faro della nostra musica, un artista il cui nome risuona con orgoglio nell’anima della nostra nazione: il compianto Michel Boyibanda.ha dichiarato il consigliere, a significare che ci sono uomini che, attraverso il loro talento e la loro passione, trascendono le epoche.
Michel Boyibanda, ha detto, era uno di loro. Attraverso le sue opere ha saputo cogliere l’essenza stessa dell’identità congolese, quella che danza ai ritmi accattivanti di varie danze, che emergono nelle armonie delle grandi formazioni musicali della rumba congolese, ormai patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Il consigliere Pascal Akouala Goelot ha affermato che la carriera di Michel Boyibanda, costellata di collaborazioni con orchestre prestigiose come la Negro Band, la Tout-puissant Ok Jazz, Les Bantous de la Capitale o i Tre Fratelli che hanno eseguito in diversi templi la musica dei due Congo come a il bar Bouya, testimonia un impegno costante nei confronti del patrimonio musicale congolese. Ottuagenario nel momento in cui suona la campana a morto della sua vita, Michel Boyibanda lascia dietro di sé non solo un’eredità musicale, ma una vera eredità culturale, una fiamma che continuerà a illuminare le generazioni future.
Michel Boyibanda, alfiere della musica congolese
La sua arte, la sua voce, le sue composizioni, continuava, erano il riflesso di un’epoca, “lo specchio delle nostre gioie, dei nostri dolori e delle nostre speranze. Ha portato la voce del nostro popolo in tutto il mondo, facendo sentire la nostra storia, la nostra lotta e la nostra bellezza. Non si limitava a suonare. Ha incarnato la resilienza e la ricchezza della nostra cultura. È stato il ponte tra le generazioni, un testimone dell’evoluzione della nostra società e un mentore per tanti giovani artisti che hanno avuto l’onore di imparare al suo fianco. Oggi, mentre piangiamo la sua perdita, celebriamo anche la sua vita, il suo lavoro e tutto ciò che rappresentava.ha detto l’oratore.
Una delle icone della musica congolese e africana, Michel Boyibanda, conosciuto come “Vieux Bobo”, lascia un repertorio elogiativo con canzoni come “Togliamoci dai guai”, “Valente Yoka”, “Direzione proibita a Kumbi 12”, “Mia figlia verrà a trovarmi”, “Hai raggiunto M’Bemba”, “Bolingo in mezzo o Miso in campo”, “Essous come iniziare”, “Mbinzo parla con la moto”, “Anche con una porta”, “Diallo”, “Nana”, “Selenga“, ecc.
Ricordiamo che Michel Boyibanda ha subito un ictus per la prima volta nel 2015 prima di essere nuovamente colpito il 4 ottobre 2024. Ricoverato all’ospedale universitario, è morto il 9 ottobre dello stesso anno, unendosi così ai suoi defunti genitori, Gabriel Boyibanda e Simone Ewè-Ekoué.
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